(Genesi 2,18-24 Ebrei 2,9-11 Marco 10,2-16)
Il matrimonio cristiano ha alla sua radice un’esperienza globale. Parte certamente dalla sessualità fisicità, vista come un dono divino e cantata già nelle stesse pagine della creazione. Ma la persona umana, diversamente dagli animali, è capace di trasfigurare il sesso nell’eros, che è scoperta della bellezza e del fascino. C’è però un’altra tappa decisiva e prettamente “spirituale”, quella dell’amore che è totalità di donazione: “Il mio amato è mio ed io sono sua!”, esclama la sposa del Cantico dei Cantici. Sesso, eros e amore dissociati offendono la persona, sesso, eros e amore uniti costituiscono l’armonia della creatura umana secondo il progetto divino.
PREGHIERA - Ti prendono per un consulente legale e vorrebbero forzarti, Gesù, ad entrare in una disputa giuridica sulla quale erano già scorsi fiumi di sentenze di maestri illustri. Tu invece fai appello al progetto di Dio, quale appare limpidamente attraverso la sua parola. È Dio stesso, infatti, che si impegna a congiungere un uomo e una donna, a farli diventare una carne sola. È Dio stesso che li rende un segno evidente e tangibile del suo amore indissolubile, fedele e fecondo.
Possiamo allora attentare con leggerezza e per capriccio all’opera stessa di Dio? Possiamo prendere a pretesto la nostra fragilità e debolezza, i nostri limiti, il nostro peccato, per chiedergli di cambiare il disegno apportatore di una gioia autentica, di una comunione solida, di una pienezza consolante?
Tu non minacci né giudichi, Gesù, ma vuoi spalancare davanti agli sposi che credono in te una possibilità inedita, quella di vivere, per tua grazia, un amore che resiste al tempo.
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