sabato 22 gennaio 2011

134 - LA LUCE DI DIO NEL CUORE DELL’UOMO 23 GENNAIO 2011 – IIIª DOMENICA TEMPO ORDINARIO

LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA
(Isaia 8,23b-9,3 1ªCorinti 1,10-13.17 Matteo 4,12-23)

In questa domenica la liturgia ci conduce a vivere i primi passi della missione di Gesù con l’immagine della luce. La salvezza è un’esplosione di luce in un mondo di tenebre: “Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce”. E’ la profezia di Isaia; è la presenza del Signore Gesù che appare nella storia e manifesta il suo mistero di Figlio di Dio.
Per capire l’importanza della luce occorre aver provato la paura e l’angoscia che il buio porta con sé, il disorientamento, lo smarrimento di camminare senza sapere dove si sta andando. E’ talmente carico di minacce il buio che i bambini ne hanno una paura istintiva; è quella, meno istintiva ma non per questo meno inquietante, che continuiamo a provare da adulti, in altre forme, per tutta la vita.
Quando dentro di noi si fa buio? Quando avvertiamo di essere in una situazione senza via d’uscita; quando una notizia drammatica cambia l’orizzonte della nostra esistenza e ora non sappiamo più che cosa sarà di noi; quando un affetto caro si spezza; quando la vita ci pone di fronte a decisioni difficili davanti alle quali non sappiamo che fare, salvo sentirci smarriti; quando le nostre giornate si trascinano in un grigiore che sembra non avere né gusto né direzione.
La Scrittura parla di tutto un popolo che cammina nelle tenebre. L’immagine delle popolo evoca la fatica e il disorientamento dell’umanità di questo tempo. Troppi segnali anche oggi ci fanno sentire al buio, proprio come popolo e come comunità. Tanti problemi e tante situazioni oggi ci danno la percezione di camminare nelle tenebre: basta pensare all’emergenza educativa e al difficile dialogo tra le generazioni; alla crisi di valori di riferimento condivisi, per cui ci sembra di non riuscire a trovare terreno comune su cui incontrarci, nelle nostre differenze. La corruzione che sembra diventata un fiume incontenibile ci lascia smarriti e ci porta a domandarci: “ma dove andremo a finire?”. Abbiamo l’impressione di trovarci davanti al declino di una civiltà che pensavamo tra le migliori espressioni del cammino dell’umanità e non riusciamo a intravedere germi di novità e di rigenerazione. E al di sopra di tutto, quell’indifferenza alle ingiustizie e alle sofferenze di sempre: i bambini che continuano a morire di fame; l’agonia dei popoli che continuano a restare ai margini dello sviluppo. E ci chiediamo: Ma sarà mai possibile un mondo giusto e fraterno? Il bene è solo un’illusione?
A noi che poniamo al Signore queste domande, oggi la liturgia risponde annunciando una grande luce. Non una luce qualsiasi, ma una grande luce, di quelle che abbagliano e che, più che far vedere le cose, fanno vedere la luce stessa: una luce sfolgorante, presenza che - paradosso! – acceca e attrae! E’ luce la presenza del Signore che cammina al nostro fianco nella trama misteriosa delle nostre giornate che, con Lui, smettono di essere banali e contraddittorie, perché sono cariche del suo amore, della sua misericordia, della sua verità. E’ la luce la sua promessa, che ci fa credere che ogni desiderio di bene, di tranquillità, di pace che vive nel nostro cuore si realizzerà, e non saremo più in balia delle nostre paure e delle incertezze. E’ luce la Parola, che ci svela un altro volto della realtà e della vita, e ci invita a cercare la felicità non nei beni effimeri del mondo, ma nel legame profondo e trasfigurante con il Signore della pace e della gioia. E’ parola che chiama e che, come ai discepoli, fa intravedere un altro traguardo per la propria esistenza: quello che si snoda dietro ai passi del Signore.
La luce che squarcia le tenebre dell’umanità è la presenza del Signore Gesù e la novità che egli introduce nella storia. Forse le cose attorno a noi continueranno ad essere opache come prima, ma ora noi sappiamo di non essere più soli e di poter affrontare tutto con il Signore, condotti per mano da Lui. Forse stenteremo ancora a capire il senso delle cose, ma ora sappiamo che la luce che è apparsa all’orizzonte dell’umanità a poco a poco svelerà il significato di tutto e le cose un giorno ci appariranno nella luce piena della risurrezione.

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