LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA
(Siracide 24,1-412-16 Efesini 1,3-615-18 Giovanni 1,1-18)
Per la giornata mondiale della pace
Il diritto alla libertà religiosa
Il tema della Giornata mondiale per la pace, “La libertà religiosa, via per la pace”, è stato sollecitato da varie forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, di discriminazione e marginalizzazione fino alla persecuzione, alla morte e alla violenza contro le minoranze. La libertà religiosa, radicata nella stessa dignità dell’uomo, e orientata alla ricerca della “immutabile verità”, si presenta come la “libertà delle libertà”. La libertà religiosa è autenticamente tale quando è coerente alla ricerca della verità e alla verità dell’uomo. Questo esclude la “religiosità” del fondamentalismo, della manipolazione e della strumentalizzazione della verità e della verità dell’uomo. Perché tutto ciò che si oppone alla dignità dell’uomo si oppone alla ricerca della verità, e non può essere considerato come libertà religiosa. Questa infatti è una libertà per la dignità e per la vita dell’uomo.
Già nel 2008 all’ONU Benedetto XVI affermò che “i diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa. E’ inconcepibile che i credenti debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti. I diritti collegati con la religione sono quanto mai bisognosi di essere protetti e vengono considerati in conflitto con l’ideologia secolare prevalente e con posizioni di una maggioranza religiosa di natura esclusiva”. Nei Paesi segnati dalla secolarizzazione si vorrebbe quasi espellere dall’orizzonte della vita pubblica ogni rilevanza del “credere”, quasi a volerlo relegare in un privato residuale. Un esempio significativo è la campagna tesa ad escludere il crocifisso, dovuta al deserto spirituale e al vuoto della religione.
Misconoscere il contributo sociale insito nella dimensione religiosa e nella ricerca dell’Assoluto – per sua stessa natura, espressione della comunione fra le persone – privilegerebbe un approccio individualistico e frammenterebbe l’unità della persona. Che pace sarebbe possibile fra uomini spezzati nel loro stesso essere? Cristo è la pace stessa. Questa è ottenuta e mantenuta nella comunione con Lui e genera rapporti nuovi nella Chiesa e con tutti. La pace è un effetto della salvezza operata da Dio, giá attuale ma non ancora realizzata pienamente.
(Siracide 24,1-412-16 Efesini 1,3-615-18 Giovanni 1,1-18)
Per la giornata mondiale della pace
Il diritto alla libertà religiosa
Il tema della Giornata mondiale per la pace, “La libertà religiosa, via per la pace”, è stato sollecitato da varie forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, di discriminazione e marginalizzazione fino alla persecuzione, alla morte e alla violenza contro le minoranze. La libertà religiosa, radicata nella stessa dignità dell’uomo, e orientata alla ricerca della “immutabile verità”, si presenta come la “libertà delle libertà”. La libertà religiosa è autenticamente tale quando è coerente alla ricerca della verità e alla verità dell’uomo. Questo esclude la “religiosità” del fondamentalismo, della manipolazione e della strumentalizzazione della verità e della verità dell’uomo. Perché tutto ciò che si oppone alla dignità dell’uomo si oppone alla ricerca della verità, e non può essere considerato come libertà religiosa. Questa infatti è una libertà per la dignità e per la vita dell’uomo.
Già nel 2008 all’ONU Benedetto XVI affermò che “i diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa. E’ inconcepibile che i credenti debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti. I diritti collegati con la religione sono quanto mai bisognosi di essere protetti e vengono considerati in conflitto con l’ideologia secolare prevalente e con posizioni di una maggioranza religiosa di natura esclusiva”. Nei Paesi segnati dalla secolarizzazione si vorrebbe quasi espellere dall’orizzonte della vita pubblica ogni rilevanza del “credere”, quasi a volerlo relegare in un privato residuale. Un esempio significativo è la campagna tesa ad escludere il crocifisso, dovuta al deserto spirituale e al vuoto della religione.
Misconoscere il contributo sociale insito nella dimensione religiosa e nella ricerca dell’Assoluto – per sua stessa natura, espressione della comunione fra le persone – privilegerebbe un approccio individualistico e frammenterebbe l’unità della persona. Che pace sarebbe possibile fra uomini spezzati nel loro stesso essere? Cristo è la pace stessa. Questa è ottenuta e mantenuta nella comunione con Lui e genera rapporti nuovi nella Chiesa e con tutti. La pace è un effetto della salvezza operata da Dio, giá attuale ma non ancora realizzata pienamente.
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