mercoledì 24 novembre 2010

97 - Una settimana per SENTIRSI AMATI

Ottavo giorno: Vivere come Amati
In quanto scelti, benedetti, spezzati e dati, siamo chiamati a vivere le nostre vite con profonda, intima gioia e pace…
Ma che dire del nostro desiderio di fare carriera, della nostra speranza di avere successo e fama e del nostro sogno di farci un nome? Sono da disprezzare? Queste aspirazioni sono in contrasto con la vita spirituale?
Qualcuno potrebbe rispondere di sì a queste domande e consigliarti di lasciare il ritmo frenetico della grande città e cercare un ambiente dove puoi perseguire la vita spirituale senza restrizioni. Ma non credo che sia la tua strada. Non credo che il tuo posto sia in monastero, o in una comunità come “L’Arche” dove vivo io, o nella solitudine della campagna. Vorrei anche dirti che la città, con le sue sfide, non è un luogo così cattivo per te, la tua famiglia e i tuoi amici. C’è stimolo, eccitazione, movimento moltissime cose da vedere, sentire, gustare e gioire. Il mondo è malvagio solo quando diventi il suo schiavo. La grande lotta da affrontare non è lasciare il mondo, rifiutare le tue ambizioni e aspirazioni, o disprezzare il denaro, il prestigio o il successo, ma rivendicare la tua verità spirituale e vivere nel mondo come qualcuno che non gli appartiene. E’ eccitante vincere una gara, è interessante incontrare persone influenti, dà ispirazione ascoltare un concerto, vedere un film, visitare una nuova mostra. E che c’è di sbagliato nell’avere buoni amici, buon cibo e bei vestiti?
Credo profondamente che tutte le buone cose che il nostro mondo ha da offrire sono per la tua gioia. Ma puoi gioirne veramente solo quando puoi esserne riconoscente perché affermano la verità che tu sei l’Amato di Dio. Questa verità ti renderà libero di accogliere con gratitudine la bellezza della natura e della cultura, come segno del tuo “essere Amato”. Questa verità ti permetterà di ricevere i doni che la società ti offre e di celebrare la vita. Ma ti permetterà anche di allontanarti da tutto ciò che ti distrae, ti confonde e mette a repentaglio la vita dello Spirito dentro di te.
Il mistero insondabile di Dio è che Dio è un Innamorato che vuole essere amato. Colui che ci ha creato sta aspettando la nostra risposta all’amore che ci ha dato la vita. Dio non dice solamente: “Tu sei il mio Amato”, Dio chiede anche: “Mi ami?” e ci dà innumerevoli possibilità per dire “sì” alla nostra verità interiore. La vita spirituale, così compresa, cambia radicalmente ogni cosa. L’essere nati e cresciuti, l’avere lasciato la casa e cercato una professione, l’essere lodato e l’essere rifiutato, il camminare e il riposare, il pregare e il giocare, l’ammalarsi e l’essere guarito – sì, il vivere e il morire – diventano tutte espressioni della domanda divina: “Mi ami?” e in ogni momento del viaggio c’e’ sempre la possibilità di dire di “sì” e la possibilità di dire “no”.
Quello che però desidero dire è che quando la totalità della nostra vita quotidiana è vissuta “dall’Alto”, in virtù del fatto che siamo gli Amati mandati nel mondo, allora chiunque incontriamo e qualsiasi cosa ci accada diventa una opportunità unica di scegliere per la vita, la quale non può essere soggiogata dalla morte. Così, sia la gioia che la sofferenza diventano parte del cammino verso la nostra realizzazione spirituale.
Dove ci porta questo? Io penso che ci riporti al “posto” da dove veniamo, il “posto” di Dio. Siamo stati mandati su questa terra, per un breve periodo, per dire – attraverso le gioie e i dolori del tempo a nostra disposizione – il grande “sì” all’amore che ci è stato dato e, così facendo, tornare a Colui che ci ha mandato con quel “sì” scolpito nei nostri cuori. La nostra morte può essere il momento del ritorno solo se la nostra intera vita è stata un viaggio di ritorno verso Colui dal quale noi veniamo e che ci ha chiamati Amati. Penso che questa che viviamo sia come una missione nel tempo, una missione veramente stimolante ed anche eccitante, soprattutto perché Colui che mi ha inviato in missione sta aspettando il mio ritorno a casa perchè gli racconti la storia di ciò che ho imparato.
Mi chiedi se ho paura di morire? Ne ho ogni volta che mi lascio sedurre dalle rumorose voci del mio mondo che mi dicono che la mia “piccola vita” è tutto ciò che ho e mi consigliano di tenermi stretto a lei con tutte le mie forze. Ma quando lascio che queste voci tornino sullo sfondo della mia vita e ascolto la piccola voce tenera che mi chiama Amato, so che non ho nulla da temere e che morire è il più grande atto d’amore. Atto che mi porta nell’eterno abbraccio del mio Dio il cui amore è per sempre.
(Le riflessioni sono tolte dal libro SENTIRSI AMATI di Henri J.M. Nouwen – Editrice Queriniana)

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