Secondo giorno: Tu sei il mio Amato
Quella voce dolce e gentile che mi chiama l’Amato è venuta a me in innumerevoli modi. I miei genitori, gli amici, gli insegnanti, gli studenti e i molti estranei che ho incrociato nel mio cammino, mi hanno fatto sentire quella voce in toni differenti. Sono stato benvoluto, con tenerezza e gentilezza, da molte persone. Mi hanno insegnato e sono stato istruito con molta pazienza e perseveranza. Sono stato incoraggiato a perseverare quando ero pronto a lasciar perdere, e sono stato stimolato a riprovare quando ho fallito. Sono stato ricompensato e elogiato per il mio successo… però, in un certo qual modo, tutti questi segni d’amore non sono stati sufficienti a convincermi che ero l’Amato. Sotto l’apparente salda fiducia in me stesso, c’era sempre la stessa domanda: “Se tutti quelli che mi coprono di tanta attenzione, potessero vedere e conoscere la parte più intima di me stesso, mi amerebbero ancora?”. Questa tormentosa domanda era radicata nella mia intima oscurità, continuando a perseguitarmi e a farmi fuggire da dove quella tranquilla voce, che mi chiamava l’“Amato”, poteva essere ascoltata.
Noi siamo gli Amati. Siamo intimamente amati, assai prima che i nostri genitori, insegnanti, coniuge, figli e amici ci abbiano amati. Questa è la verità della nostra vita. Questa e’ la verità enunciata dalla voce che dice: “Tu sei il mio Amato”.
Ascoltando con grande, interiore attenzione quella voce, sento nell’intimo parole che dicono: “Ti ho chiamato per nome fin dal principio. Tu sei mio e io sono tuo. Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto. Ti ho modellato nella profondità della terra e ti ho formato nel grembo di tua madre. Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani e ti ho nascosto all’ombra del mio abbraccio. Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te con una sollecitudine più profonda che quella di una madre per il suo bambino. Ho contato ogni capello del tuo capo e ti ho guidato ad ogni passo. Ovunque tu vada, io vengo con te, e ovunque tu riposi, io veglio su te. Ti darò del cibo che soddisfera’ ogni tua fame e bevande che estingueranno ogni tua sete. Non nasconderò il mio viso da te. Tu sai che io sono tuo come io so che tu sei mio. Tu mi appartieni. Io sono tuo padre, tua madre, tuo fratello, tua sorella, il tuo amante e il tuo sposo… Sì, persino il tuo bambino… ovunque tu sia, io ci sarò. Niente mai ci separerà. Noi siamo uno”.
Ogni volta che ascolti con attenzione quella voce che ti chiama l’Amato, scoprirai in te il desiderio di riascoltarla più a lungo e più profondamente. E’ come scoprire una sorgente nel deserto. Quando si sente il terreno umido, si vuol scavare più a fondo.
(Le riflessioni sono tolte dal libro SENTIRSI AMATI di Henri J.M. Nouwen – Editrice Queriniana)
Quella voce dolce e gentile che mi chiama l’Amato è venuta a me in innumerevoli modi. I miei genitori, gli amici, gli insegnanti, gli studenti e i molti estranei che ho incrociato nel mio cammino, mi hanno fatto sentire quella voce in toni differenti. Sono stato benvoluto, con tenerezza e gentilezza, da molte persone. Mi hanno insegnato e sono stato istruito con molta pazienza e perseveranza. Sono stato incoraggiato a perseverare quando ero pronto a lasciar perdere, e sono stato stimolato a riprovare quando ho fallito. Sono stato ricompensato e elogiato per il mio successo… però, in un certo qual modo, tutti questi segni d’amore non sono stati sufficienti a convincermi che ero l’Amato. Sotto l’apparente salda fiducia in me stesso, c’era sempre la stessa domanda: “Se tutti quelli che mi coprono di tanta attenzione, potessero vedere e conoscere la parte più intima di me stesso, mi amerebbero ancora?”. Questa tormentosa domanda era radicata nella mia intima oscurità, continuando a perseguitarmi e a farmi fuggire da dove quella tranquilla voce, che mi chiamava l’“Amato”, poteva essere ascoltata.
Noi siamo gli Amati. Siamo intimamente amati, assai prima che i nostri genitori, insegnanti, coniuge, figli e amici ci abbiano amati. Questa è la verità della nostra vita. Questa e’ la verità enunciata dalla voce che dice: “Tu sei il mio Amato”.
Ascoltando con grande, interiore attenzione quella voce, sento nell’intimo parole che dicono: “Ti ho chiamato per nome fin dal principio. Tu sei mio e io sono tuo. Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto. Ti ho modellato nella profondità della terra e ti ho formato nel grembo di tua madre. Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani e ti ho nascosto all’ombra del mio abbraccio. Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te con una sollecitudine più profonda che quella di una madre per il suo bambino. Ho contato ogni capello del tuo capo e ti ho guidato ad ogni passo. Ovunque tu vada, io vengo con te, e ovunque tu riposi, io veglio su te. Ti darò del cibo che soddisfera’ ogni tua fame e bevande che estingueranno ogni tua sete. Non nasconderò il mio viso da te. Tu sai che io sono tuo come io so che tu sei mio. Tu mi appartieni. Io sono tuo padre, tua madre, tuo fratello, tua sorella, il tuo amante e il tuo sposo… Sì, persino il tuo bambino… ovunque tu sia, io ci sarò. Niente mai ci separerà. Noi siamo uno”.
Ogni volta che ascolti con attenzione quella voce che ti chiama l’Amato, scoprirai in te il desiderio di riascoltarla più a lungo e più profondamente. E’ come scoprire una sorgente nel deserto. Quando si sente il terreno umido, si vuol scavare più a fondo.
(Le riflessioni sono tolte dal libro SENTIRSI AMATI di Henri J.M. Nouwen – Editrice Queriniana)
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