LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA
(Isaia 2, 1-5 Romani 13, 11-14a Matteo 24, 37-44)
L’Avvento non è tempo di tristezza, ma di gioia, questo tempo liturgico invita a celebrare l’attesa di Cristo, alimenta la speranza in colui che Dio manda a salvare l’umanità. E’ il “Messia, il “Cristo”, viene a noi sempre nel mistero. Viene a noi nel mistero della carne, ossia nel mistero della storia. Viene a noi nel mistero dell’eucarestia: qui i cristiani possono riconoscere, personalmente e come comunità, il Signore che viene nella loro vita, che pianta la sua tenda in mezzo a noi, e che ci educa, di domenica in domenica, ad un atteggiamento di accoglienza.
La speranza produce gioia: i Padri della Chiesa parlavano di una “sobria ebrietas”, una serena e pacata esultanza per la certezza che Egli viene e che non possiamo accoglierLo nelle nostre case. Senza questo apprendimento ad accogliere coLui che viene, non è possibile celebrare cristianamente il Natale. E’ questo che rende concreta la nostra speranza e attenta e vigilante la nostra attesa. Ma siamo anche consapevoli che l’incontro con coLui che viene nella nostra vita, incontro che salva, comporta anche un “giudizio” sulla storia e sulle nostre singole vite. Un giudizio che non può essere rimandato alla sua, e definitiva, “seconda venuta”. Il giudizio sulla vita, alla luce della sua presenza e della sua parola, è adesso e chiede conversione.
In questa prima domenica la fiducia di Dio “che viene” ci introduce nel tempo di Avvento e contraddistingue la nostra preghiera. La speranza fa vivere. Gesù scuote i discepoli, impedisce che il loro amore si raffreddi, non esita a ricorrere ad immagini severe, che comunicano un senso di urgenza e richiamano all’attenzione la coscienza di chi ascolta. L’Avvento liturgico, mentre celebra questa attesa della venuta di Gesù, alimenta la nostra tensione di credenti verso l’incontro definitivo con Lui, dando unità e senso ai molti frammenti di cui si compone le nostra vita.
Avvento in famiglia…
L’Avvento celebra la venuta di Gesù nel tempo e nella storia degli uomini per portare a loro la salvezza e prepara la seconda venuta di nostro Signore.
Memoria e attesa stanno a fondamento della vita familiare: ricordare la nascita del proprio amore, la sua celebrazione e consacrazione definitiva, il suo percorso nei vari anni di matrimonio, l’arrivo dei figli… E’ occasione per dire grazie all’altro/a ed insieme ringraziare Dio del dono della fedeltà.
Da qui si parte per guardare avanti, per dare colore e calore agli anni che verranno, per vedere di meglio individuare la rotta che ci porta ad apprezzare il mistero della vita donata di nostra moglie o di nostro marito, per costruire insieme la pace familiare, per superare uniti eventuali difficoltà ed ostacoli.
Come è certo che il Signore viene tra noi (“Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome lì sono Io in mezzo a loro” Matteo 18, 20), come è certo che dopo ogni tramonto viene un’alba nuova… così è certo che là dove c’è preghiera, memoria, attesa, impegno d’amore, accoglienza, desiderio di bene… la famiglia vive!
(Isaia 2, 1-5 Romani 13, 11-14a Matteo 24, 37-44)
L’Avvento non è tempo di tristezza, ma di gioia, questo tempo liturgico invita a celebrare l’attesa di Cristo, alimenta la speranza in colui che Dio manda a salvare l’umanità. E’ il “Messia, il “Cristo”, viene a noi sempre nel mistero. Viene a noi nel mistero della carne, ossia nel mistero della storia. Viene a noi nel mistero dell’eucarestia: qui i cristiani possono riconoscere, personalmente e come comunità, il Signore che viene nella loro vita, che pianta la sua tenda in mezzo a noi, e che ci educa, di domenica in domenica, ad un atteggiamento di accoglienza.
La speranza produce gioia: i Padri della Chiesa parlavano di una “sobria ebrietas”, una serena e pacata esultanza per la certezza che Egli viene e che non possiamo accoglierLo nelle nostre case. Senza questo apprendimento ad accogliere coLui che viene, non è possibile celebrare cristianamente il Natale. E’ questo che rende concreta la nostra speranza e attenta e vigilante la nostra attesa. Ma siamo anche consapevoli che l’incontro con coLui che viene nella nostra vita, incontro che salva, comporta anche un “giudizio” sulla storia e sulle nostre singole vite. Un giudizio che non può essere rimandato alla sua, e definitiva, “seconda venuta”. Il giudizio sulla vita, alla luce della sua presenza e della sua parola, è adesso e chiede conversione.
In questa prima domenica la fiducia di Dio “che viene” ci introduce nel tempo di Avvento e contraddistingue la nostra preghiera. La speranza fa vivere. Gesù scuote i discepoli, impedisce che il loro amore si raffreddi, non esita a ricorrere ad immagini severe, che comunicano un senso di urgenza e richiamano all’attenzione la coscienza di chi ascolta. L’Avvento liturgico, mentre celebra questa attesa della venuta di Gesù, alimenta la nostra tensione di credenti verso l’incontro definitivo con Lui, dando unità e senso ai molti frammenti di cui si compone le nostra vita.
Avvento in famiglia…
L’Avvento celebra la venuta di Gesù nel tempo e nella storia degli uomini per portare a loro la salvezza e prepara la seconda venuta di nostro Signore.
Memoria e attesa stanno a fondamento della vita familiare: ricordare la nascita del proprio amore, la sua celebrazione e consacrazione definitiva, il suo percorso nei vari anni di matrimonio, l’arrivo dei figli… E’ occasione per dire grazie all’altro/a ed insieme ringraziare Dio del dono della fedeltà.
Da qui si parte per guardare avanti, per dare colore e calore agli anni che verranno, per vedere di meglio individuare la rotta che ci porta ad apprezzare il mistero della vita donata di nostra moglie o di nostro marito, per costruire insieme la pace familiare, per superare uniti eventuali difficoltà ed ostacoli.
Come è certo che il Signore viene tra noi (“Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome lì sono Io in mezzo a loro” Matteo 18, 20), come è certo che dopo ogni tramonto viene un’alba nuova… così è certo che là dove c’è preghiera, memoria, attesa, impegno d’amore, accoglienza, desiderio di bene… la famiglia vive!