sabato 23 febbraio 2013

469 - LE TENTAZIONI

Per una pausa spirituale durante Iª Settimana di Quaresima

La strategia del Mentitore è destabilizzare, diffondere dubbi e sospetti per oscurare le certezze più cristalline. La grandezza, la bontà e la potenza di Dio vengono guardate con subdola ambiguità: «Se sei Figlio di Dio…». Tutto oggi si relativizza, persino Dio, e si può arrivare a negare l’esistenza stessa della tentazione, limitandosi a dire: «Ma, alla fine, che male c’è?».

• La prima tentazione riguarda il corpo e presenta il rapporto col cibo, nonché il modo con cui si mangia come rivelativi del proprio comportamento verso se stessi, gli altri e Dio. Pensare di potersi sfamare unicamente delle sole cose del mondo è pura follia. Il pane che sazia tutte le fami si trova imparando ad assimilare i desideri di Dio e ad alimentarsi del nutrimento di Dio. Tutto si può ottenere senza passare attraverso gli altri, in modo immediato ed egoistico, senza alcun cammino di comunione con gli altri e con Dio. È l’opposto della logica dell’eucaristia, sorgente di comunione e di condivisione, radice dell’umile invocazione «Dacci il nostro pane quotidiano» come pure del ringraziamento a Dio per il necessario. Gesù, che non ha mai compiuto miracoli per sé, ma solo per aiutare altri e rendere credibile la via intrapresa, rifiuta di accaparrarsi le persone col ricatto del nutrimento.

 • La seconda tentazione riguarda la mente: il senso di onnipotenza e il miraggio di essere come Dio, perdendo il contatto con la realtà; il possesso di beni e del tempo come garanzia di realizzazione di sé, nonché il potere come strumento di schiavitù degli altri. La madre di tutte le tentazioni è considerare Dio ciò che non lo è, e considerare l’unico Dio come superfluo per la propria esistenza. Ben sa, il Tentatore, che se non ci si prostra al vero Dio si è distrutti dai nostri stessi idoli. Gesù predica la carità nella verità, serve gli altri, ma non si serve di loro; si inchina davanti agli apostoli per lavare loro i piedi, ma non si inginocchia davanti a Satana. L’arroganza, l’ostentazione di potenza e la volontà di dominio universale rientrano nell’idolatria, sempre disastrosa nella storia.

• La terza tentazione riguarda la fede: è la sfida con la morte in modo miracoloso, per farsi vedere e valere; è la pretesa di andare oltre le leggi della natura, la ricerca dello spettacolo e non della rivelazione, la fiducia nelle apparizioni straordinarie e non nell’obbedienza a Dio. Satana cerca di separare da Dio attraverso la parola di Dio: è lo stravolgimento assoluto teso a far sì che le opinioni diventino verità, e la Verità un’opinione. Allora lo sballo appare un “di più di vita”, l’aborto una tutela della maternità, l’eutanasia un aiuto a morire con dignità, la sessualità distorta come il diritto alla libera espressione di sé, la miseria di miliardi di persone come un pedaggio necessario per il libero mercato… Oppure il ricorso alla magia, all’astrologia e all’occultismo è giustificato per assicurarsi salute, sicurezza e protezione di fronte al cieco destino.
L’avere immediato, senza faticare o impegnarsi; il potere gestito per dominare, non in vista del servizio e del bene comune; e infine l’apparire, in modo eclatante: sono le tre grandi forze che ci dominano e che stanno alla base dell’attuale emergenza educativa. Sono falliti la cultura del desiderio e il sistema etico utilitaristico, per i quali la persona umana ha come orizzonte ultimo delle sue scelte e del suo agire esclusivamente i propri interessi. Tale ripiegamento su di sé, favorito anche dal crollo delle ideologie, porta alla distruzione della natura, dell’uomo e della sua rete relazionale, determinando ingiustizie sociali e divisioni familiari, un mondo più triste e più arrabbiato. La grande sfida culturale che ci attende è ripartire dal personalismo, sia per il soggetto sia per il lavoro e la democrazia, la solidarietà e il bene comune. Non ci si salva da soli.
Incontrando le varie forme di povertà materiali, morali e spirituali, la Chiesa incontra il frutto maturo del male, i segni indelebili dell’egoismo e del peccato degli uomini, i capolavori dell’orgoglio, le conseguenze dell’assenza di coscienza e di etica, i semi di morte che sono l’opposto dello Spirito, il quale fa vivere ogni cosa.
Alcuni poteri desiderano mantenere gli uomini schiavi dei propri desideri e succubi dei propri istinti, un ‘branco’ di individui uniformati nei gusti, nelle idee e nelle scelte di vita. Le persone si rapportano agli oggetti come se fossero persone, e si relazionano alle persone – comprese se stesse – come se fossero oggetti. Senza umanità, intimità e speranza.
Nella formazione delle nuove generazioni è importante educare ad esprimere bisogni e desideri, che non sono da eliminare, ma da discernere e purificare, da dominare e orientare (ecco il senso del digiuno e del deserto). Vanno valorizzati tutti i momenti umani che passano dal sentimento all’emozione, dalla razionalità alla decisione, dalla volontà al dono, dal sacrificio alla gioia. L’altro, talvolta ritenuto ingombrante, diventa strumento di salvezza e unica occasione di comunione, perché fa uscire da se stessi, aiuta a superare l’indifferenza e consente un intervento più efficace nel rendere più umana la società. Più la fede è autentica e più lo stile del cristiano è alternativo agli idoli del mondo e viceversa. Tra le cause della diffusione dell’ateismo pratico il Vaticano II riconosce la non limpida testimonianza dei cristiani. Ad essi, infatti, spetta di tenere alta la fede nel Dio di Gesù Cristo, perché «a sbagliare Dio, è sempre l’uomo che ci va di mezzo» (D.M. Turoldo).

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