sabato 7 gennaio 2012

323 - TU SEI IL FIGLIO MIO, L’AMATO - 08 GENNAIO 2012 – Battesimo di Gesù

(Isaia 55,1-11 1ª Giovanni 5,1-9 Marco 1,7-11)

Ultima delle solennità del tempo di Natale, la festa del Battesimo del Signore costituisce una specie di saldatura tra il mi stero dell’Incarnazione e il percorso delle prime domeniche del tempo ordinario. Ci strappa, in modo piuttosto brusco, alla capanna di Betlemme, ai pastori e ai magi, per farci cogliere in profondità il significato di ciò che è accaduto.
Quel bambino, che ci sorride nel presepio, dalla sua culla improvvisata, senza dire nulla, è venuto per realizzare il progetto di Dio, il Padre suo. Ha un messaggio da portare perché è la Parola fatta carne, e si tratta di un lieto annuncio che cambia la vita di tutti quelli che l’accoglieranno. La sua parola verrà resa efficace da gesti di bontà e di liberazione, di guarigione e di perdono: non è stato annunciato già dalla notte della sua nascita come «il Salvatore, il Cristo, il Signore»? Certo, le sue azioni e le sue scelte scandalizzeranno farisei e scribi, sacerdoti del Tempio e capi del popolo. Ma i poveri ne riceveranno consolazione e speranza. Il suo amore si mostrerà nel dono della sua vita, fino in fondo, fino alla morte sulla croce: non è il conquistatore che impone la sua forza, ma l’Agnello che offre se stesso. E, proprio quando tutto sembrerà compromesso in modo irrimediabile, Dio manifesterà con la risurrezione che quella era l’unica strada da percorrere per raggiungere gli uomini e realizzare il suo disegno di salvezza.
È dall’acqua del Giordano che esce questo Messia, che realizza il disegno di Dio. È lì che avviene la manifestazione, lì che si aprono i cieli. Perché la terra ora è abitata dal Figlio di Dio, perché in lui c’è la pienezza dello Spirito. Se siamo disposti a seguire Gesù, come ci proporranno le domeniche a venire, potremo scoprire tutto questo.
In questo modo, con una pedagogia che è veramente splendida, la Chiesa ci fa passare dal Gesù bambino al Gesù adulto, dal Gesù che ci sorride al Gesù che ci parla, dal Gesù del presepio (di legno o di terracotta o di materiale plastico) al Gesù vivo. È quest’incontro che può cambiare la nostra vita.
Il presepio, dunque, è solo un passaggio, una rappresentazione che ci ha messo di fronte all’inizio di tutto: Dio che si fa uomo. Ma fermarsi lì vorrebbe dire perdere ciò che conta veramente: incontrare oggi il Salvatore, accogliere la sua Parola, ricevere la sua grazia nei santi Sacramenti, riconoscerlo nei poveri che incontriamo.
La festa del battesimo di Gesù ci porta a riflettere con consapevolezza sul nostro battesimo, del quale rivela il senso autentico: anche a noi viene detto, in forza del battesimo, «tu sei il figlio mio, l’amato». Siamo stati resi ‘figli di Dio’: qui sta la nostra radice, per una conversione continua al vangelo di Gesù.
PREGHIERA - È al fiume Giordano, Gesù, che tu oggi ci dai appuntamento. Ti mescoli alla folla dei peccatori disposti a cambiar vita, a prendere sul serio l’appello del Battista e a farsi battezzare per esprimere la loro decisione di liberarsi dal peccato. Per questi uomini e per queste donne tu sei venuto, Gesù, per offrire misericordia e grazia, per rivelare un Dio tenero e compassionevole.
È al fiume Giordano, Gesù, che lo Spirito scende su di te e il Padre ti riconosce come il Figlio, l’amato, mandato a realizzare il suo progetto d’amore.
È così che comincia la tua missione, è a partire da quel momento che tu dissemini attorno a te gesti e parole di speranza. È dal fiume Giordano, Gesù, che comincia il tuo viaggio tra le nostre debolezze e le nostre malattie, tra le nostre fatiche e le nostre speranze.
Lotterai a mani nude contro il male e la morte e con la forza dell’amore ci aprirai la via della vita.

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