sabato 30 marzo 2013

475 - 26 Marzo 2013 – Martedì santo - Secondo canto del Servo di YHWH - Isaia 49,1-6


1Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. 2Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. 3Mi ha detto: "Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria". 4Io ho risposto: "Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio". 5Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -  6e ha detto: "È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra".

 

Nel “secondo canto” il Servo di YHWH alza la voce, chiedendo a tutti un ascolto attento, anche ai più lontani: la sua missione dovrà giungere fino ai confini del mondo. Egli racconta la propria vicenda, sintetizzandola in alcuni momenti fondamentali: la vocazione che sta alle origini della sua vita e rende manifesto il disegno di Dio (questi plasma il suo eletto come strumento adeguato, riservato per un preciso incarico: proclamare con efficacia la parola); quindi l’oracolo, con cui il Signore lo conferma nell’identità e nella missione (v.3).

In un primo tempo tale missione si risolve in un insuccesso, e l’inutilità della propria fatica pesa sul cuore del Servo. Formato fin dal seno materno per radunare e convertire il suo popolo al Signore (v.5), egli sperimenta il fallimento e tuttavia sa riconoscere che Dio custodisce la sua causa, gradisce e ricompensa il suo operato (v.4). La stima che il Signore gli manifesta e la forza che gli infonde corroborano il Servo che accoglie e riferisce un nuovo oracolo di Dio su di lui: l’ora della prova e dell’insuccesso non viene per chiudere la sua vicenda profetica ma per dilatarne senza confini l’irradiamento. La missione del Servo deve diventare universale: attraverso di Lui, reso luce delle nazioni, Dio vuole raggiungere con il dono della salvezza gli estremi confini della terra (v.6).

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.