“1Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato
il mio nome. 2Ha reso
la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua
mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. 3Mi ha detto: "Mio servo tu sei,
Israele, sul quale manifesterò la mia gloria". 4Io ho risposto:
"Invano ho faticato, per nulla e invano
ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio
diritto è presso il Signore, la mia ricompensa
presso il mio Dio". 5Ora ha parlato il Signore, che
mi ha plasmato suo servo dal seno materno per
ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire
Israele - poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza - 6e ha detto: "È troppo poco che tu sia
mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra".
Nel “secondo canto” il Servo di YHWH alza
la voce, chiedendo a tutti un ascolto attento, anche ai più lontani: la sua
missione dovrà giungere fino ai confini del mondo. Egli racconta la propria
vicenda, sintetizzandola in alcuni momenti fondamentali: la vocazione che sta
alle origini della sua vita e rende manifesto il disegno di Dio (questi plasma
il suo eletto come strumento adeguato, riservato per un preciso incarico:
proclamare con efficacia la parola); quindi l’oracolo, con cui il Signore lo
conferma nell’identità e nella missione (v.3).
In un primo tempo tale missione si
risolve in un insuccesso, e l’inutilità della propria fatica pesa sul cuore del
Servo. Formato fin dal seno materno per radunare e convertire il suo popolo al
Signore (v.5), egli sperimenta il fallimento e tuttavia sa riconoscere che Dio
custodisce la sua causa, gradisce e ricompensa il suo operato (v.4). La stima
che il Signore gli manifesta e la forza che gli infonde corroborano il Servo
che accoglie e riferisce un nuovo oracolo di Dio su di lui: l’ora della prova e
dell’insuccesso non viene per chiudere la sua vicenda profetica ma per
dilatarne senza confini l’irradiamento. La missione del Servo deve diventare
universale: attraverso di Lui, reso luce delle nazioni, Dio vuole raggiungere
con il dono della salvezza gli estremi confini della terra (v.6).
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.