“1 Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. 2Non
griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce,3non spezzerà una canna incrinata, non
spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà
il diritto con verità. 4Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. 5Così dice il Signore Dio, che crea
i cieli e li dispiega, distende la terra con
ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che
la abita e l'alito a quanti camminano su di
essa: 6"Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e
luce delle nazioni,7perché tu apra gli occhi ai
ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle
tenebre.”
In questi santi giorni la figura del
Servo di YHWH si leva silente e maestosa davanti a noi, per introdurci nel
mistero pasquale: la sua elezione, missione e sofferenza sono profezia della
sorte di Cristo. In questo “primo canto” Dio stesso presenta il suo Servo. Egli
lo ha eletto per una missione difficile e di importanza capitale, per questo lo
sostiene. Consacrato con lo spirito profetico il servo estenderà a tutte le
genti il “diritto”, cioè la conoscenza pratica dei giudizi di Dio(v.1). A
questo carattere giudiziario si intona l’immagine dei versetti 2 e 3 in cui la
missione del Servo è descritta dell’ “Araldo del gran Re”. Nella prassi
babilonese, costui era incaricato di proclamare sulle piazze della città i
decreti di condanna a morte. Se al termine del suo giro nessun testimone era
sorto in difesa del condannato, egli spezzava la canna e spegneva la lampada di
cui era munito, per indicare che la condanna ormai era irrevocabile.
Ora il Servo dell’unico vero Re, Dio,
non spezza la canna. Portatore del suo giudizio, egli non viene a condannare ma
a salvare. Con la forza della mitezza e la fermezza della verità egli
persevererà nel suo compito: le ragioni più remote, i lontani da Dio attendono
la torah, l’insegnamento che egli viene a portare (v.4). In Cristo la figura
diventa realtà. Cristo è insieme Servo sofferente e vero liberatore
dell’umanità dal carcere del peccato, eletto e inviato a operare la salvezza.
Egli è la luce venuta nel mondo a illuminare tutte le genti. È il mediatore
della nuova ed eterna alleanza (vv. 6-7), sancita nel suo corpo donato e nel
suo sangue sparso.
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