Il
prologo di Giovanni ci obbliga a staccarci dal presepio e dalla sua poesia. E
tuttavia, mentre ci narra l’Incarnazione partendo da un altro punto di vista,
apre uno squarcio significativo sull’esperienza del credente, raccontata nei
suoi aspetti fondamentali. Così, aiutati dalla seconda lettura, noi abbiamo la possibilità di situare
l’Incarnazione dentro un disegno d’amore che lega Dio all’umanità e di entrare
personalmente nel Mistero di una comunione che dilata gli spazi della nostra
esistenza, aprendoli alla bellezza e alla grandezza di Dio.
Uno sguardo diverso è quello che siamo invitati a gettare
sull’evento che celebriamo. Il presepio ci mette davanti alla culla
improvvisata e ci invita a riconoscere in quel bambino il Salvatore, il Cristo,
il Signore. Uomini dinanzi ad un piccolo d’uomo, ci troviamo al suo stesso
livello, nella condizione della nostra dolorante umanità. La Parola però ci
induce a riconoscere in lui il Messia, l’Atteso, il Figlio stesso di Dio.
Quello che balza subito agli occhi è la sua umanità: solo la fede ci permette
di confessare la divinità.
Ora il prologo, però, ci prende per
mano perché consideriamo tutto con gli occhi di Dio. È dall’eternità che egli
ha riservato agli uomini il suo amore e quanto celebriamo – l’Incarnazione –
è il culmine di una storia. La lettera
agli Ebrei la riassume in modo sobrio e al contempo efficace. Dio si era
già rivelato «molte volte» e in «diversi modi» attraverso i suoi inviati (i
profeti), ma ora è il suo stesso Figlio che prende la carne di un uomo. Dio non
agisce più “per interposta persona”, ma direttamente. Perché questo avvenisse
è accaduto l’impensabile: «Il Verbo si è fatto carne». Colui che era fin dal
principio, la Parola eterna che ha creato il mondo, ha assunto la carne di un
uomo e tutto ciò che essa comporta, eccetto il peccato. Attraverso di essa Dio
ha piantato la sua tenda per sempre nella nostra storia, si è legato
indissolubilmente all’umanità.
PREGHIERA
DELLA NOTTE
Nella nostra storia non
mancano tempeste ed uragani, Gesù, che intervengono con violenza, colpiscono e
devastano, ma la memoria del tuo Natale è come una luce che non si spegne mai.
Una luce fragile che tante volte ha rischiato di
venir coperta da un cumulo di affanni, di pene e di sofferenze e tuttavia
continua a diffondere un chiarore benevolo Che cosa mantiene viva questa luce
minacciata da tanti venti ostili?
È la forza della nostalgia, una nostalgia acuta,
pungente, di una vita che reca il sapore e il gusto del tuo Vangelo, e con essa
la possibilità di stupirsi come fa un bambino di fronte alle cose belle che gli
accade di vivere.
È la fiamma del desiderio, un desiderio intenso,
profondo, di incontrare te. Non nella forza di un potente, non
nell’inflessibilità di un giudice, non nella sapienza di un dotto, ma in una
debolezza sconcertante, nella fragilità di un bambino!
PREGHIERA
DELL’AURORA
Anche noi, questa
mattina, vogliamo vedere il segno che Dio offre a tutta l’umanità: un bambino,
nato da poco, adagiato nella mangiatoia. Anche noi siamo pronti il Figlio di
Dio che ci visita nella fragilità della nostra carne.
È la parola dell’angelo che ci ha fornito le
indicazioni indispensabili: come potremmo altrimenti identificare in te, Gesù,
l’Inviato, l’Atteso e rallegrarci della tua presenza? È la parola che ci indica
la strada che conduce a te che sei la luce del mondo e ci induce ad accogliere
con meraviglia e stupore il mistero d’amore che ci viene svelato.
Anche noi, come Maria, siamo invitati a non lasciar
passare invano questa grazia, a custodire ogni cosa, ogni messaggio ed ogni
evento, nel profondo del cuore, per cogliere il senso nascosto di ciò che ci è
stato rivelato.
E anche noi, tornando a casa, diventeremo i tuoi
messaggeri, diffondendo attorno a noila speranza che ci è stata regalata.
PREGHIERA DEL GIORNO
Sei tu, Gesù, la Parola che
dissipa ogni equivoco e strappa le maschere che gli uomini hanno applicato
all’immagine di Dio. Tu ci riveli i tratti del suo volto di Padre e ci fai
conoscere il suo disegno di salvezza.
Sei tu, Gesù, la Vita offerta ad ogni uomo: non una
vita qualsiasi, ma contrassegnata da una pienezza e da una bellezza che superano
ogni attesa.
Sei tu, Gesù, la Luce che rischiara le profondità
del nostro cuore e illumina le strade che portano alla felicità, una Luce più
forte di qualsiasi tenebra, di ogni dubbio e di ogni inganno che minacciano il
nostro cammino.
Ecco perché oggi vogliamo dirti tutta la nostra
gratitudine: tu ci hai sottratti al potere umiliante della legge e ci hai
manifestato grazia e misericordia, tu ci hai generato ad un’esistenza
nuova,facendo di noi i tuoi figli.
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