sabato 29 dicembre 2012

456 - IL VERBO SI È FATTO CARNE - 25 Dicembre 2012 – Natale del Signore

(Isaia 52,7-10  Ebrei 1,1-6  Giovanni 1.1-18)

Il prologo di Giovanni ci obbliga a staccarci dal presepio e dalla sua poesia. E tuttavia, mentre ci narra l’Incarnazione par­tendo da un altro punto di vista, apre uno squarcio significativo sull’esperienza del credente, raccontata nei suoi aspetti fonda­mentali. Così, aiutati dalla seconda lettura, noi abbiamo la pos­sibilità di situare l’Incarnazione dentro un disegno d’amore che lega Dio all’umanità e di entrare personalmente nel Mistero di una comunione che dilata gli spazi della nostra esistenza, apren­doli alla bellezza e alla grandezza di Dio.

Uno sguardo diverso è quello che siamo invitati a getta­re sull’evento che celebriamo. Il presepio ci mette davanti alla culla improvvisata e ci invita a riconoscere in quel bambino il Salvatore, il Cristo, il Signore. Uomini dinanzi ad un piccolo d’uomo, ci troviamo al suo stesso livello, nella condizione della nostra dolorante umanità. La Parola però ci induce a ricono­scere in lui il Messia, l’Atteso, il Figlio stesso di Dio. Quello che balza subito agli occhi è la sua umanità: solo la fede ci permette di confessare la divinità.

Ora il prologo, però, ci prende per mano perché consideria­mo tutto con gli occhi di Dio. È dall’eternità che egli ha riserva­to agli uomini il suo amore e quanto celebriamo – l’Incarnazio­ne – è il culmine di una storia. La lettera agli Ebrei la riassume in modo sobrio e al contempo efficace. Dio si era già rivelato «molte volte» e in «diversi modi» attraverso i suoi inviati (i profeti), ma ora è il suo stesso Figlio che prende la carne di un uomo. Dio non agisce più “per interposta persona”, ma diret­tamente. Perché questo avvenisse è accaduto l’impensabile: «Il Verbo si è fatto carne». Colui che era fin dal principio, la Parola eterna che ha creato il mondo, ha assunto la carne di un uomo e tutto ciò che essa comporta, eccetto il peccato. Attraverso di es­sa Dio ha piantato la sua tenda per sempre nella nostra storia, si è legato indissolubilmente all’umanità.

PREGHIERA DELLA NOTTE
Nella nostra storia non mancano tempeste ed uragani, Gesù, che intervengono con violenza, colpiscono e devastano, ma la memoria del tuo Natale è come una luce che non si spegne mai.
Una luce fragile che tante volte ha rischiato di venir coperta da un cumulo di affanni, di pene e di sofferenze e tuttavia continua a diffondere un chiarore benevolo Che cosa mantiene viva questa luce minacciata da tanti venti ostili?
È la forza della nostalgia, una nostalgia acuta, pungente, di una vita che reca il sapore e il gusto del tuo Vangelo, e con essa la possibilità di stupirsi come fa un bambino di fronte alle cose belle che gli accade di vivere.
È la fiamma del desiderio, un desiderio intenso, profondo, di incontrare te. Non nella forza di un potente, non nell’inflessibilità di un giudice, non nella sapienza di un dotto, ma in una debolezza sconcertante, nella fragilità di un bambino!

PREGHIERA DELL’AURORA
Anche noi, questa mattina, vogliamo vedere il segno che Dio offre a tutta l’umanità: un bambino, nato da poco, adagiato nella mangiatoia. Anche noi siamo pronti il Figlio di Dio che ci visita nella fragilità della nostra carne.
È la parola dell’angelo che ci ha fornito le indicazioni indispensabili: come potremmo altrimenti identificare in te, Gesù, l’Inviato, l’Atteso e rallegrarci della tua presenza? È la parola che ci indica la strada che conduce a te che sei la luce del mondo e ci induce ad accogliere con meraviglia e stupore il mistero d’amore che ci viene svelato.
Anche noi, come Maria, siamo invitati a non lasciar passare invano questa grazia, a custodire ogni cosa, ogni messaggio ed ogni evento, nel profondo del cuore, per cogliere il senso nascosto di ciò che ci è stato rivelato.
E anche noi, tornando a casa, diventeremo i tuoi messaggeri, diffondendo attorno a noila speranza che ci è stata regalata.

PREGHIERA DEL GIORNO
Sei tu, Gesù, la Parola che dissipa ogni equivoco e strappa le maschere che gli uomini hanno applicato all’immagine di Dio. Tu ci riveli i tratti del suo volto di Padre e ci fai conoscere il suo disegno di salvezza.
Sei tu, Gesù, la Vita offerta ad ogni uomo: non una vita qualsiasi, ma contrassegnata da una pienezza e da una bellezza che superano ogni attesa.
Sei tu, Gesù, la Luce che rischiara le profondità del nostro cuore e illumina le strade che portano alla felicità, una Luce più forte di qualsiasi tenebra, di ogni dubbio e di ogni inganno che minacciano il nostro cammino.
Ecco perché oggi vogliamo dirti tutta la nostra gratitudine: tu ci hai sottratti al potere umiliante della legge e ci hai manifestato grazia e misericordia, tu ci hai generato ad un’esistenza nuova,facendo di noi i tuoi figli.

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