sabato 30 giugno 2012

405 - ZACCARIA, ELISABETTA E GIOVANNI

Per una pausa spirituale durante la XIIª Settimana del Tempo ordinario

 Leggendo il concepimento (Luca 1,5-25) e la nascita di Giovanni (Luca 1,57-80) ci incontriamo con una famiglia molto particolare. Elisabetta e Zaccaria sono due anziani dalla spiritualità ricca, nutrita dal prolungato ascolto della parola di Dio e dall’irreprensibile osservanza della legge (v. 6). La prolungata fedeltà a Dio li ha allenati a riconoscere l’opera insolita che Dio ha svolto nella loro famiglia. Elisabetta interpreta la nascita del figlio come manifestazione della misericordia di Dio in lei (cfr. v. 58), una nascita che porta gioia in tutto il vicinato. Quanto a Zaccaria, egli è stato inizialmente incredulo, ma ora mostra di aver superato l’incredulità. Entrambi, pur diversi nel modo di reagire al dono di Dio, sono concordi nel dare al bambino il nome deciso da Dio (vv. 60-63). Quel nome è un programma, infatti, Giovanni significa «Dio fa grazia». Il bambino non porterà il nome proposto dai parenti, ma quello che la bocca del Signore ha pronunciato; non rifletterà solo la storia e i desideri della famiglia cui appartiene, ma sarà ricordo perenne di un progetto più grande. Nella disputa sul nome non è in gioco solo una piccola bega familiare sulle usanze da rispettare, ma si confrontano due modi di vedere la vita: quello di chi si limita a registrare i fatti che accadono, e quello invece di chi ha scoperto che la vita e la storia degli uomini sono guidate e orientate da Dio. Il nome che dovrà essere dato al bambino è quello che Dio ha stabilito perché ha un progetto preciso sul bambino.

Il clima di fede che avvolge la casa di Zaccaria ed Elisabetta si manifesta anche nella puntuale osservanza della pratica della circoncisione, segno che il nuovo nato entra nell’alleanza di Dio e diventa partecipe delle benedizioni di cui il popolo di Abramo è depositario (v. 59).

Non appena Zaccaria ricupera l’uso della parola, non si ferma a spiegare quello che è successo, ma apre la bocca per lodare Dio, fondendo insieme due aspetti: lode al Dio di Israele che ha benedetto il suo popolo e profezia sulla vocazione speciale riservata al bambino (vv. 67ss.). La preghiera di lode di Zaccaria apre gli occhi e la bocca anche dei vicini, che incominciano a parlare di quanto avvenuto; così, per la fede di alcuni che hanno creduto, molti si preparano a conoscere le opere di Dio, custodendo nel cuore le parole udite.

«Che sarà mai di questo bambino?», si chiede la gente (v. 66). La vita di quel bambino è in un certo senso ancora tutta da inventare; quel che si sa è che Dio si aspetta cose grandi da lui, ma “che cosa” è ancora ignoto, e lo stesso Giovanni dovrà ancora apprendere molto, anche passando per lo scandalo di un Messia diverso rispetto alle sue attese. Serve comunque una lunga preparazione prima che possa presentarsi a Israele come il rude e affascinante profeta del deserto. L’evangelista non lascia trapelare nulla del tempo della formazione del Battista, non dice nulla nemmeno del tempo trascorso nel deserto. Sappiamo solo che anche per lui c’è stato bisogno di un tempo di rafforzamento interiore prima che giungesse il tempo di parlare a nome di Dio; soprattutto di una lunga familiarità con quel deserto che tanta parte avrà nella sua predicazione.

«Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno...”» (At 13,25): così Luca sintetizza la vita e la predicazione del Battista, con l’immagine di una missione portata a termine; del resto la definizione più classica con cui è conosciuto è quella di «precursore», di uno che corre davanti a un altro. Una corsa che, diversamente da altre, non mira al premio del primo posto, ma soltanto di giungere alla meta per dire: «Non io, ma viene dopo di me uno». Giovanni è un dito puntato che indica il Messia; egli è stato uno dei personaggi più popolari nella Chiesa dei secoli passati e merita anche oggi una grande attenzione: è stato certamente grande per il rigore morale unico che lo ha caratterizzato, ma lo è stato in primo luogo per la sua vocazione a indicare sempre e solo Gesù.

Chi è stato Gesù per il Battista? Con il quarto vangelo si può dire che Giovanni Battista ha guardato Gesù come il supremo e definitivo rivelatore di Dio, l’unico che ha visto il Padre. Proprio per questo di fronte a lui ha provato gioia, la gioia dell’amico dello sposo che non è geloso per il fatto che tutti gli sguardi siano rivolti verso lo sposo, e che anzi conosce quella forma paradossale di gioia che consiste nello scomparire quando lo sposo ha ormai unito a sé la sua sposa (cfr. Gv 3,28-30). Questa gioia non inizia con l’arrivo dello sposo, è presente già nella predicazione penitenziale con cui Giovanni prepara la venuta di Gesù. La gioia è anche quella di chi aspetta una visita importante e vi si prepara con trepidazione. Gesù è l’unico da attendere, ma è necessario accorgersi della sua venuta, di qui la necessità di preparare l’animo ad accoglierlo. Per questo la Chiesa trova ancora oggi nel Battista un’immagine efficace di quello che è il suo compito e di quello che essa stessa è, e deve essere.

A proposito del Battista, Gesù affermerà: «Fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni» (Lc 7,28). Non è facile trovare un criterio in base al quale valutare la grandezza di una persona. Oggi una persona è grande quando ha tanti soldi in tasca, una posizione sociale di prestigio, quando detiene il potere politico, economico, quando è intraprendente e intelligente. Ma per nessuno di questi motivi Gesù ha definito grande Giovanni Battista, egli è stato «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore… » (Mc 1,3). Il Battista è stato grande perché ha messo la sua vita a servizio di Dio, è stato segno della presenza di Dio. Ciò che rende grandi dinanzi a Dio, è vivere per lui, riprodurre nella propria vita la sua fisionomia, portare nel nostro ambiente di vita la gioia che viene da lui, unico vero amico che non delude mai.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.