Lo
sviluppo rituale della messa è ricco di elementi che richiamano la dimensione
ecclesiale e comunitaria dell’eucaristia: a cominciare dallo stesso atto
dell’essere radunati, risposta alla convocazione di Dio, sino a giungere alla
comunione sacramentale al pane e vino, con in mezzo tanti altri riti e
atteggiamenti rituali che coinvolgono la preghiera del singolo nella preghiera di
tutto il corpo ecclesiale. Dobbiamo richiamare alcuni di elementi per educarci a
essere veramente assemblea liturgica; non è raro infatti che diversi fedeli,
anche animati da un profondo spirito di preghiera, prendano parte alla messa accentuando
una partecipazione individuale che risulta quasi staccata dal resto della
comunità radunata.
L’eucaristia
invece è un gesto comunitario dove Dio Padre convoca in unità i suoi figli
nello Spirito Santo, per nutrirli alla mensa della sua parola e del corpo e
sangue di Cristo. Sono da richiamare, ad esempio, le parole della seconda
epiclesi della terza preghiera eucaristica: «A noi, che ci nutriamo del corpo e
sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo,
in Cristo, un solo corpo e un solo spirito», dove l’unità è donata proprio in
forza della partecipazione alla mensa eucaristica.
NEL MIRABILE SACRAMENTO DELL’EUCARISTIA CI HAI
LASCIATO IL MEMORIALE DELLA TUA PASQUA - La preghiera eucaristica si
rivela maestra di spiritualità e di preghiera anche in riferimento all’eucaristia
come memoria: memoria della morte e risurrezione di Cristo e quindi presenza di
quel sacrificio nel suo valore salvifico. Le parole, per esempio, del Canone
romano sottolineano chiaramente il rapporto tra la pasqua del Signore e la
celebrazione della messa, che di quell’evento è memoria e attualizzazione: «In
questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo
il memoriale della beata passione, della risurrezione dai morti e della
gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore».
Così
nella messa non è da privilegiare in modo esclusivo la presenza del Signore
Gesù nel pane e nel vino, ma questa stessa presenza è da porre in collegamento
con l’evento storico-salvifico che la genera, cioè la morte e la risurrezione
di Cristo. È evidente che non c’è opposizione tra i due aspetti, come se ci
fosse concorrenza tra presenza e memoria, che invece vanno posti in un corretto
rapporto reciproco, come lo troviamo nelle preghiere eucaristiche.
ADORIAMO CON VIVA FEDE IL SANTO MISTERO DEL TUO
CORPO E DEL TUO SANGUE - L’eucaristia
che ci è donata per il nutrimento come cibo e bevanda è presenza del Cristo
vivente in mezzo al suo popolo. Da qui nasce l’atteggiamento di stupore e
adorazione che
fin dall’antichità i cristiani hanno sempre nutrito davanti a questo
sacramento. Il senso e la pratica dell’adorazione eucaristica hanno
conosciuto diverse modalità nel corso della storia, ma non si può dire che sia mai venuto
meno. Un testo di Cirillo di Gerusalemme, molto noto a proposito della comunione nella mano,
testimonia l’atteggiamento adorante anche nell’antichità cristiana: «Fa’ con la tua mano
sinistra un trono per la tua destra, poiché sta per accogliere il Re, e nel cavo
della mano ricevi il corpo di Cristo rispondendo: “Amen”. […] Infine, dopo aver comunicato
al corpo di Cristo, accostati anche al calice del sangue, non
stendendo le mani, ma inchinandoti e dicendo con un gesto di adorazione e di venerazione:
“Amen”». Sullo stesso tenore scrive Agostino: «Nessuno mangia quella carne (di Cristo) senza
prima averla adorata. [...] Non soltanto non si pecca adorando, ma
commetteremmo peccato non adorando».
La
solennità del Corpo e Sangue di Cristo, è l’occasione per ribadire l’importanza
dell’atteggiamento adorante come parte della celebrazione eucaristica,
certamente non l’unico ma ugualmente da non trascurare. Allo stesso tempo è da
incoraggiare questo atteggiamento anche nella preghiera personale, soprattutto
in chiesa al di fuori delle azioni liturgiche. La processione eucaristica,
propria della solennità odierna, è come un’adorazione continuata nelle strade
delle città e dei paesi; questo gesto afferma la fede della comunità cristiana
in Cristo morto e risorto, sempre presente in mezzo al suo popolo. La
processione con il SS. Sacramento unisce due movimenti importanti delle azioni
liturgiche, il camminare e il sostare in preghiera: camminare come simbolo della
vita che compie i suoi passi con la forza dell’eucaristia, sostare in preghiera
per adorare il Signore presente nei segni sacramentali.
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