Il credo ecclesiale nella assunzione al cielo, in anima e corpo, di Maria madre di Gesù ha come riferimento il mistero pasquale di Cristo Gesù, nostro Signore. Ecco come viene formulata tale professione di fede dal Prefazio della Messa odierna: «In lei, primizia e immagine della Chiesa, (tu, o Dio) hai rivelato il compimento del mistero di salvezza; e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza. Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita...».
Accanto a queste solenni dichiarazioni della Liturgia dell’Assunta – che nel Prefazio assumono anche il tono del rendimento di grazie e di gloria al Signore – per il cammino di fede e di speranza dell’uomo contemporaneo può aiutare anche richiamarsi a quel sensus fidelium ecclesiale che da secoli ha guidato la cristianità fin sulla soglia del mistero dell’assunzione in cielo, in anima e corpo, di Maria di Nazaret.
Quel percorso conserva ancora la sua attualità, di fondazione e di sostegno, nei confronti di coloro che cercano senso alla loro concreta esistenza umana e chiedono motivazione alla loro aspirazione e speranza di vita e di immortalità.
Il sì di fede nel mistero di Maria assunta in cielo non può ridursi alla semplice affermazione verbale della sua formula dogmatica. Esso richiede di essere verificato e contemplato da vicino in uno o l’altro degli itinerari ecclesiali che lungo i secoli hanno consentito di professarlo, come appunto era stata la via della ‘tradizione vivente’, sostenuta e guidata dal soffio dello Spirito Santo e dal discernimento del Magistero ecclesiale. L’altra irrinunciabile via di accesso al credo nell’Assunta è la parola di Dio biblica.
Preghiera - La salvezza che tu ci offri, Gesù, non è destinata solo al nostro spirito: corpo e anima verranno trasfigurati dalla tua bontà e dalla tua bellezza. per partecipare ad una gioia che durerà nell’eternità.
Ecco perché la festa di oggi è un appuntamento di speranza per tutti coloro che credono in te. Ecco perché l’assunzione di Maria subito dopo la morte, corpo e anima, nella gloria del cielo, rappresenta un anticipo ed un pegno di ciò che accadrà ad ognuno di noi.
Sì, il nostro corpo non è un peso inutile di cui disfarci, un ingombro di cui liberarci: nella nostra vicenda umana, per la nostra fede e la nostra carità, esso è uno strumento indispensabile. Come potremmo altrimenti manifestare la gioia e il dolore, esprimere l’amore e la tenerezza, donare conforto e sostegno, praticare la solidarietà? Come potremmo senza questo corpo dire la tua lode, chiedere il tuo aiuto, intendere la tua Parola, ricevere i tuoi doni di grazia, i santi Sacramenti?
Fa’ dunque del mio corpo, Signore,fin d’ora un segno della tua bontà!
Accanto a queste solenni dichiarazioni della Liturgia dell’Assunta – che nel Prefazio assumono anche il tono del rendimento di grazie e di gloria al Signore – per il cammino di fede e di speranza dell’uomo contemporaneo può aiutare anche richiamarsi a quel sensus fidelium ecclesiale che da secoli ha guidato la cristianità fin sulla soglia del mistero dell’assunzione in cielo, in anima e corpo, di Maria di Nazaret.
Quel percorso conserva ancora la sua attualità, di fondazione e di sostegno, nei confronti di coloro che cercano senso alla loro concreta esistenza umana e chiedono motivazione alla loro aspirazione e speranza di vita e di immortalità.
Il sì di fede nel mistero di Maria assunta in cielo non può ridursi alla semplice affermazione verbale della sua formula dogmatica. Esso richiede di essere verificato e contemplato da vicino in uno o l’altro degli itinerari ecclesiali che lungo i secoli hanno consentito di professarlo, come appunto era stata la via della ‘tradizione vivente’, sostenuta e guidata dal soffio dello Spirito Santo e dal discernimento del Magistero ecclesiale. L’altra irrinunciabile via di accesso al credo nell’Assunta è la parola di Dio biblica.
Preghiera - La salvezza che tu ci offri, Gesù, non è destinata solo al nostro spirito: corpo e anima verranno trasfigurati dalla tua bontà e dalla tua bellezza. per partecipare ad una gioia che durerà nell’eternità.
Ecco perché la festa di oggi è un appuntamento di speranza per tutti coloro che credono in te. Ecco perché l’assunzione di Maria subito dopo la morte, corpo e anima, nella gloria del cielo, rappresenta un anticipo ed un pegno di ciò che accadrà ad ognuno di noi.
Sì, il nostro corpo non è un peso inutile di cui disfarci, un ingombro di cui liberarci: nella nostra vicenda umana, per la nostra fede e la nostra carità, esso è uno strumento indispensabile. Come potremmo altrimenti manifestare la gioia e il dolore, esprimere l’amore e la tenerezza, donare conforto e sostegno, praticare la solidarietà? Come potremmo senza questo corpo dire la tua lode, chiedere il tuo aiuto, intendere la tua Parola, ricevere i tuoi doni di grazia, i santi Sacramenti?
Fa’ dunque del mio corpo, Signore,fin d’ora un segno della tua bontà!
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