Gesù, dopo il
rifiuto da parte dei compaesani, invia in missione il gruppo dei Dodici,
esprimendo in questo modo la sua volontà di non lasciarsi piegare dai rifiuti.
Il Dio che lui predica è fedele, non si lascia fermare dall’incredulità, ma
risponde con un’offerta ancora più generosa della sua parola di salvezza.
La prima
impressione che si ricava dalle parole di Gesù è la determinazione che egli
chiede ai suoi apostoli. Il distacco dalle cose e il portarsi dietro solo lo
stretto indispensabile pone l’accento sull’idea di fondo: l’unica cosa che
conta lungo questo viaggio è non perdere di vista lo scopo per cui si è
intrapresa la missione e non lasciarsi quindi distrarre da altro. L’elemento
più caratteristico è indubbiamente quello della povertà che non nasce da motivi
ascetici o da desiderio di penitenza (questo era presente nella predicazione
del Battista e del suo movimento), ma dall’urgenza dell’annuncio e dalla
necessità di non porre ostacoli a esso; se Marco permette di portare bastone e
sandali, è perché il missionario deve portare con sé solo ciò che rende più
spedito e veloce il suo cammino (v. 8).
La povertà che
Gesù raccomanda è motivata dal fatto che chi annuncia il vangelo è chiamato a
vivere di fiducia in colui che lo ha inviato. I discepoli non portano avanti un
loro progetto, ma il progetto di Gesù, e proprio per questo saranno chiamati
«apostoli», cioè «inviati», perché non rappresentano se stessi, ma un «Altro».
Gesù invita i Dodici a presentarsi alla gente da poveri, in modo che si veda chiaramente
che non hanno da offrire vantaggi materiali.
L’argomento
della predicazione degli apostoli è lo stesso di Gesù: la conversione e
l’annuncio del realizzarsi del regno di Dio. Quest’annuncio è accompagnato
anche da miracoli, gli apostoli, infatti, si ritrovano gli stessi poteri di
Gesù: «Scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li
guarivano» (v. 13). Gesù fa capire agli apostoli che devono ritenere normale
anche l’eventualità dell’insuccesso. Egli stesso l’ha sperimentato più volte
con amarezza. Essi non devono scomporsi di fronte al rifiuto, né sentirsi
colpevoli di un fallimento di cui non hanno colpa. Di fronte al rifiuto, il
missionario si comporta come Gesù con i suoi compaesani: se ne va altrove, dove
è possibile continuare l’annuncio.
Le parole di
Gesù valgono ancora oggi e riguardano ciascuno di noi. Spesso siamo portati a
credere che la chiesa, la parrocchia, le attività caritative dipendano dalle
capacità umane dei sacerdoti, dei laici impegnati, ma questo è vero solo in parte.
L’invio degli apostoli e la storia della Chiesa dicono qualcosa di diverso: i
primi partono quasi allo sbaraglio, la seconda è stata forte e fiorente proprio
nei periodi di persecuzione. Questo aiuta a capire che la cosa essenziale non è
l’abilità degli uomini, ma l’azione dello Spirito di Dio. Anche oggi la Chiesa
ha poche possibilità di essere accettata quando si presenta con apparati di
grandiosità e potenza: l’uomo contemporaneo vuole testimoni capaci di dare
valore al loro annuncio con i segni della fede (cioè con il loro affidarsi al
Dio che annunciano), come Gesù che è stato potente nella debolezza della croce.
PREGHIERA - Tu invii i tuoi discepoli in missione e trasmetti loro il
tuo potere, Gesù. Il potere di guarire e liberare non lo tieni gelosamente per
te, ma ne fai partecipi gli operai del Vangelo. A loro affidi la tua Parola e
chiedi di proclamarla con uno stile particolare: totalmente disarmati, privi di
mezzi e di sostegni, di risorse che diano una qualche sicurezza.
Ciò che conta più di ogni cosa è infatti la forza della Parola deposta
nelle loro mani. È questa Parola che è capace di scandagliare i cuori e di
chiamarli a conversione. È questa Parola che porta in sé una fecondità
imprevista, un lievito buono che trasforma la storia di ogni creatura.
È questa Parola che spezza ogni catena e ogni laccio che ci tengono
prigionieri. È questa Parola che disegna in mezzo alle tenebre più profonde i
sentieri della speranza. Davanti a questa Parola che lo raggiunge, ognuno è
chiamato a prendere posizione e ad assumere la sua responsabilità.
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