U
universale
‘‘Se uno dice “Io amo Dio” e poi odia suo fratello, è bugiardo… Se uno non ama il prossimo che si vede, certo non può amare Dio che non si vede” (1a Gv 4,20). “Non ha più importanza essere Greci o Ebrei, circoncisi o no, barbari o selvaggi, schiavi o liberi: ciò che importa è Cristo e la sua presenza in tutti noi… Al di sopra di tutto ci sia sempre l’amore, perché è soltanto l’amore che tiene perfettamente uniti” (Col 3,11.14).
Se una persona ama solo un’altra persona ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento simbiotico dove l’interesse personale, spesso egocentrico, sta alla base del suo comportamento.
Tanti credono che sia prova della intensità del loro amore il fatto di non amare nessuno tranne la persona “amata”. Tutto ciò è vero per le persone che ritengono che il problema dell’amore sia un problema di un oggetto e non di una facoltà.
Normalmente si ritiene che amare sia semplice, ma che trovare il vero soggetto da amare, o dal quale essere amati, è difficile. È come quell’uomo che vuole dipingere ma che, anziché imparare l’arte, sostiene che deve solo aspettare l’oggetto adatto e che dopo dipingerà meravigliosamente.
Chi ama veramente una persona, ama il mondo, ama la vita. Se posso dire a un altro “ti amo” devo essere in grado di dire “amo tutto in te”, “amo il mondo attraverso te”, “amo te attraverso me stesso”.
Troppe volte l’amore coniugale muore perché è senza aria, senza respiro; le finestre e le porte sono chiuse e la piantina dell’amore si autoconsuma e muore. Il mio amore riempie unicamente il tuo cuore, si dona tutto a te ma non si ferma perché attraverso di te si riversa su ogni persona che incontri e inonda il mondo intero.
Come un vaso zeppo di un preziosissimo profumo riversa naturalmente verso gli altri ciò che ancora riceve, così il tuo amore attraverso di me si espande su ogni persona.
Solo in questo modo i nostri quotidiani gesti d’amore diventano un romanzo d’amore che merita di essere messo nella storia dell’umanità.