(2ºSamuele 12,7-10.13 Galati 2,16.19-21 Luca 7,36-8,3)
È ancora una donna a porsi oggi come mater et magistra per l’intera Chiesa. Una donna che, per ciò che è, e per ciò che fa, sfida l’onorabilità di una casa ed il rigore nell’osservanza della Thorà del suo proprietario. Da buon fariseo questi si indigna per una presenza tanto ingombrante da farlo persino dubitare sulla consistenza profetica di Gesù. A questo dubbio la pagina evangelica risponde sottolineando la capacità di Gesù, tipicamente divina, di conoscere i pensieri del cuore (cfr. Salmo 138), e di educare un popolo dalla dura cervice. Gesù non giudica né la donna né il fariseo. Semplicemente li prende per mano, li porta a fare un esame di coscienza, a lasciarsi giudicare dalla voce interiore di Dio, e a comprendere che l’etichetta è un fatto umano, mentre l’amore è l’habitat divino.
Dio, che è amore, si riconosce naturalmente nell’amore, non nel protocollo, e dove trova amore lo porta a compimento con un perdono che eccede qualsiasi misura umana. L’amore chiama amore, e l’incontro del povero amore umano con l’immenso amore divino non può che avere, come effetto, la salvezza della vita, la risurrezione della vita. Credere che questo amore vi sia, e sia possibile per qualsiasi essere umano, è ciò che, veramente, conferisce un volto nuovo, una consistenza inedita, alla vita umana.
Mentre il fariseo che ha invitato Gesù in casa sua rischia di continuare a portare sulle sue spalle il fardello dell’«uomo vecchio», a motivo della impenetrabilità in lui dell’amore e del perdono di Dio, la donna sperimenta, invece, la condizione dell’«uomo nuovo», poiché assume con i suoi gesti la cittadinanza del mondo dei salvati; constata su di sé la personale restaurazione e l’instaurazione di tutte le cose in Cristo; ritrova la perduta dignità creaturale; e si sente, a pieno titolo, appartenente alla famiglia di Dio. Il ‘metanoêite’ evangelico, il cambiare testa ed il cambiare comportamenti, può apparire intollerabile a chi lo riduce ad un puro sforzo etico, ma diventa estremamente facile, ed assolutamente necessario, se ci si lascia avviluppare da un amore che ci precede, ci accompagna, ci segue, e ci sovrasta. Se non si entra in questa logica del nuovo ‘essere’, prima che del nuovo ‘fare’, la conversione sarà sempre un itinerario ascetico pressoché impraticabile e, quindi, fatalmente ed inesorabilmente abbandonato al primo sforzo ‘eccessivo’ per un cuore abituato solo alle mezze misure. Come Simone è stato invitato a specchiarsi in questa donna, volgendo su di lei lo sguardo non del giudice minaccioso, ma del Dio misericordioso, così anche noi siamo invitati a specchiarci in questa salvata dalla misericordia, per verificare se, nel cuore di ciascuno, vi è almeno una scintilla dell’amore, capace di far scoccare questo felice incendio che lei ha sperimentato, oppure se ci troviamo ancora parcheggiati su una sorta di iceberg che impedisce a qualsiasi fiamma di prendere corpo.
PREGHIERA
È ancora una donna a porsi oggi come mater et magistra per l’intera Chiesa. Una donna che, per ciò che è, e per ciò che fa, sfida l’onorabilità di una casa ed il rigore nell’osservanza della Thorà del suo proprietario. Da buon fariseo questi si indigna per una presenza tanto ingombrante da farlo persino dubitare sulla consistenza profetica di Gesù. A questo dubbio la pagina evangelica risponde sottolineando la capacità di Gesù, tipicamente divina, di conoscere i pensieri del cuore (cfr. Salmo 138), e di educare un popolo dalla dura cervice. Gesù non giudica né la donna né il fariseo. Semplicemente li prende per mano, li porta a fare un esame di coscienza, a lasciarsi giudicare dalla voce interiore di Dio, e a comprendere che l’etichetta è un fatto umano, mentre l’amore è l’habitat divino.
Dio, che è amore, si riconosce naturalmente nell’amore, non nel protocollo, e dove trova amore lo porta a compimento con un perdono che eccede qualsiasi misura umana. L’amore chiama amore, e l’incontro del povero amore umano con l’immenso amore divino non può che avere, come effetto, la salvezza della vita, la risurrezione della vita. Credere che questo amore vi sia, e sia possibile per qualsiasi essere umano, è ciò che, veramente, conferisce un volto nuovo, una consistenza inedita, alla vita umana.
Mentre il fariseo che ha invitato Gesù in casa sua rischia di continuare a portare sulle sue spalle il fardello dell’«uomo vecchio», a motivo della impenetrabilità in lui dell’amore e del perdono di Dio, la donna sperimenta, invece, la condizione dell’«uomo nuovo», poiché assume con i suoi gesti la cittadinanza del mondo dei salvati; constata su di sé la personale restaurazione e l’instaurazione di tutte le cose in Cristo; ritrova la perduta dignità creaturale; e si sente, a pieno titolo, appartenente alla famiglia di Dio. Il ‘metanoêite’ evangelico, il cambiare testa ed il cambiare comportamenti, può apparire intollerabile a chi lo riduce ad un puro sforzo etico, ma diventa estremamente facile, ed assolutamente necessario, se ci si lascia avviluppare da un amore che ci precede, ci accompagna, ci segue, e ci sovrasta. Se non si entra in questa logica del nuovo ‘essere’, prima che del nuovo ‘fare’, la conversione sarà sempre un itinerario ascetico pressoché impraticabile e, quindi, fatalmente ed inesorabilmente abbandonato al primo sforzo ‘eccessivo’ per un cuore abituato solo alle mezze misure. Come Simone è stato invitato a specchiarsi in questa donna, volgendo su di lei lo sguardo non del giudice minaccioso, ma del Dio misericordioso, così anche noi siamo invitati a specchiarci in questa salvata dalla misericordia, per verificare se, nel cuore di ciascuno, vi è almeno una scintilla dell’amore, capace di far scoccare questo felice incendio che lei ha sperimentato, oppure se ci troviamo ancora parcheggiati su una sorta di iceberg che impedisce a qualsiasi fiamma di prendere corpo.
PREGHIERA
Ne ha avuto di coraggio quella donna pur di raggiungerti, Gesù, nel bel mezzo di un pranzo. È una peccatrice, una che certo non gode di buona reputazione: del resto, con il suo stesso aspetto, con il suo trucco marcato, con i suoi abiti sgargianti, con i suoi capelli sciolti dichiara la sua identità.
Sa, dunque, di non essere bene accetta nella casa dei benpensanti, dei devoti, dei pii che osservano ogni regola con scrupolo e la considerano una creatura perduta. Ma a lei non importano i giudizi che fioccheranno alle sue spalle, la faccia offesa e risentita del padrone di casa e dei suoi invitati. A lei interessi tu: cerca proprio te e un contatto che avrebbe messo in imbarazzo ogni uomo.
Bagna i tuoi piedi con le lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li copre di baci e li cosparge di profumo. Tu la lasci fare perché vedi quello che sfugge a tutti: il suo amore e il desiderio struggente di trovare pace e misericordia. Allora non ti tiri indietro e osi addirittura sfidare chi ti ospita: dichiari infatti che quella donna lo precede di gran lunga nei sentieri del Regno.
Sa, dunque, di non essere bene accetta nella casa dei benpensanti, dei devoti, dei pii che osservano ogni regola con scrupolo e la considerano una creatura perduta. Ma a lei non importano i giudizi che fioccheranno alle sue spalle, la faccia offesa e risentita del padrone di casa e dei suoi invitati. A lei interessi tu: cerca proprio te e un contatto che avrebbe messo in imbarazzo ogni uomo.
Bagna i tuoi piedi con le lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li copre di baci e li cosparge di profumo. Tu la lasci fare perché vedi quello che sfugge a tutti: il suo amore e il desiderio struggente di trovare pace e misericordia. Allora non ti tiri indietro e osi addirittura sfidare chi ti ospita: dichiari infatti che quella donna lo precede di gran lunga nei sentieri del Regno.
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