sabato 17 settembre 2011

276 - PERDONARE È VIVERE -11 Settembre 2011 – Domenica XXIVª Tempo Ordinario - (Sir 27,30 – 28,7 Rm 14,7 -9 Mt 18,31-35)

Il perdono è una scelta che fa bene alla vita! È un atto umanamente liberante (chi lo dona libera la propria vita da ogni rancore che rende impossibile il vivere): è un atto cristianamente necessario (molte volte il Vangelo parla del perdono e nel Padre nostro diciamo “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” … questo “come” non indica né il tempo, né la quantità, né la qualità del perdono … ma la condizione perché io possa sentire il perdono di Dio che mi rende capace di perdonare, a mia volta, la persona che mi ha offeso … notiamo poi che tra il perdono di Dio che condona 10.000 talenti (=60.000.000 di giornate lavorative) ed il nostro perdono 100 denari (=100 giornate lavorative) non c’è confronto; è un atto “divino” per eccellenza … solo Dio può perdonare (perché non ha mai offeso nessuno), solo Dio sa perdonare (perché ama personalmente, gratuitamente, totalmente … ed il suo amore è l’unico che rigenera sempre) … chi perdona per un’offesa gratuita (teniamo però presente che nella maggioranza dei casi umani la colpa è condivisa quindi il perdono è reciproco) compie un atto “divino”!
Perché è così difficile perdonare? La parabola del Vangelo ci fornisce un esempio lampante della nostra piccineria. Come si fa ad essere esigenti davanti ad un debitore di cento denari proprio poco dopo che si è ricevuta una grazia così grande del condono di diecimila talenti che sono 60.000.000 di denari? Sorge a questo punto un interrogativo: perché è così difficile perdonare?
Mi sono trovato talvolta di fronte a persone di grande onestà e dirittura morale, al punto di essere rigorose e severe con se stesse. E sono rimasto sconcertato quando mi sono accorto che, accanto a qualità di grande valore, albergava in loro una resistenza consistente a donare il perdono a chi aveva sbagliato nei loro confronti. E mi sono chiesto: perché?
Una risposta credo di averla trovata. Può perdonare solo chi ha fatto l’esperienza di essere perdonato. È un po’ quello che accade riguardo alle sofferenze umane: cogliere lo smarrimento, le ferite interiori, il dolore fisico e dell’anima solo chi ci è passato. Chi ha attraversato certe regioni oscure e faticose dell’esistenza è come se ricevesse una capacità particolare di intuire quanti stanno percorrendo quel sentiero che lui stesso ha conosciuto.
Questo vale anche per il perdono. Chi ha provato il bisogno di essere accolto con le sue fragilità, chi ha sentito vergogna per i propri sbagli, sa quanta tristezza e quanta amarezza può invadere colui che ha sbagliato nel riscontrare il suo errore. Chi ha avvertito il desiderio profondo di avere un fratello o una sorella che lo aiui a venirne fuori, ma con dolcezza, con dignità, attraverso un perdono generoso e largo, chi ha sentito su di se lo sguardo limpido di qualcuno che ha saputo vedere in lui non solo la debolezza, ma anche le risorse, le capacità, le cose belle che uno si porta dentro, dovrebbe essere capacità di riservare ad altri quello che è statoi regalato a lui.
Queste esperienze sono autentiche, però, solo se raggiungono il profondo di una esistenza. Anche il ministro di quel re era stato perdonato ed il suo debito, smisurato, gli era stato condonato. Ma il suo cuore non aveva apprezzato la grazia che gli era stata fatta. Era rimasto un cuore duro ed ostinato, incapace di sentire la bellezza e la grandezza del perdono donato.
Preghiera – Mi sembra di essere un eroe, Gesù, quando non rispondo subito all’offesa con l’offesa, all’insulto con l’insulto. E mi illudo quasi di essere un santo quando rinuncio alla vendetta e cerco di reprimere il rancore. Ma Tu non ti accontenti neppure di tutto questo …
Mi chiedi di perdonare, di cancellare addirittura il debito e di essere pronto a farlo non solo per qualche volta, ma addirittura sempre. E per convincermi, dal momento che una cosa del genere non mi riesce affatto spontanea, mi richiami il mio debito, il debito ingente e sproporzionato che ho nei confronti nel Padre tuo.
Che cosa sono, al confronto, i debiti che alcuni possono avere contratto con me? Poca cosa, che sparisce di fronte a quello che devo in prima persona a Dio.
Per questo, Gesù, ti domando di cambiare il mio cuore, di spezzare il mio orgoglio, la mia superbia, di sradicare la mia voglia di rivalsa, di condurmi per la via della misericordia, quella che tu hai tracciato dalla croce, donando il tuo perdono a chi ti faceva morire.
NB.: Sul perdono potete leggere i numeri 258-264!

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