sabato 31 luglio 2010

45 - A META’ SETTIMANA…PER RIASSAPORARE LA PAROLA!

Preghiera verbale e preghiera vitale
Il rapporto con Dio si vive all’interno dell’esistenza, nella fitta trama di rapporto con le persone. La preghiera perciò è un fatto vitale prima che verbale. Però il momento verbale è un momento antropologicamente necessario ed ineliminabile. Certo le otto ore di lavoro duro per un operaio sono amore concreto per la moglie ed i figli, ma se si toglie il momento del dialogo, si perde una dimensione essenziale dell’esistenza umana. Così anche per il nostro rapporto con Dio. La preghiera è parola, è coscientizzazione del rapporto con Dio, è nutrimento del rapporto personale con Lui: quando non ci si parla più lentamente si diventa estranei.
La preghiera in quanto parola è vera o falsa. E? vera quando esprime la realtà ossia la vita, falsa quando ne è dissociata.

Tre condizioni costitutive della preghiera
1) La fede in un Dio personale, vivente: non si parla ad un’idea o ad una cosa o ad una forza impersonali. Chi prega sa di trovarsi di fronte alla Sapienza suprema che lo conosce. Non basta una fede nel significato della vita o in una persona umana, occorre la fede in Dio, nell’Amore.
2) La fede nella presenza reale: Dio è sempre presente e questa presenza è sorgente di vita e di luce. In essa viviamo con intensità il momento presente, perché incontriamo il Signore della storia nella riconoscenza per quanto ci ha dato nel passato e nell’attesa della trasfigurazione finale.
3) La fiducia che il Dio che ci ha parlato e continua a rivelarsi ascolterà la nostra preghiera: la preghiera suppone un rapporto tu-io io-tu. La fede che dà forza alla preghiera si può condensare così: “Tu sei ed io sono per mezzo di Te e Tu mi inviti a vivere con Te”. Per mezzo della preghiera si realizza la reciprocità delle coscienze, la presenza reciproca.

Le forme fondamentali della preghiera
1) Preghiera di ascolto: Il vero orante è anzitutto colui che ascolta! E’ l’ascolto che immette nella relazione di filialità con il Padre. L’ascolto è preghiera perché è accoglienza di Colui che parla, inizio della relazione con Lui, dell’obbedienza a Lui. (Salmo 95 – Venite, cantiamo al Signore…)
2) Preghiera di adorazione: è il riconoscere il tutto di Dio ed il nulla dell’uomo, l’assoluta signoria di Dio e la totale indigenza dell’uomo. La persona si accetta in fondamentale libertà come totalmente e continuamente dipendente da Dio come il nulla dal Tutto. (Salmo 63 – O Dio tu sei il mio Dio…)
3) Preghiera di lode: è confessione della grandezza Dio. Alla luce della Parola che rivela quello che “Dio è” sgorga spontaneo, nella gioia e nella libertà, un sentimento che prorompe nella lode…espressione del proprio ‘sì’, del proprio ‘amen’ a Dio. (Salmo 113 – Lodate, servi del Signore…)
4) Preghiera di ringraziamento: Alla gratuità dell’agire di Dio verso l’umanità risponde il riconoscimento del dono e la riconoscenza e gratitudine dell’uomo. Se da un lato la preghiera di ringraziamento considera il ‘passato’, ciò che Dio ha fatto per noi, dall’altro essa apre al ‘futuro’, alla speranza: e tutto questo mentre si configura come dimensione peculiare in cui vivere cristianamente il ‘presente’, lo spazio stesso della vita. (Salmo 92 – E’ bello rendere grazie al Signore…)
5) Preghiera di intercessione: Inter-cedere significa ‘fare un passo tra’, ‘interporsi’, in una compromissione attiva che coinvolge tanto il rapporto con Dio quanto il rapporto con gli uomini. Nell’intercessione il cristiano si apre al bisogno dell’altro facendone memoria davanti a Dio e ricevendo nuovamente l’altro da Dio illuminato dalla luce della volontà divina. L’icona dell’intercessore è Cristo crocifisso che presenta al Padre l’umanità. (Salmo 80 – Tu, Pastore d’Israele, ascolta…)
6) Preghiera di domanda: La domanda non è solo qualcosa che l’uomo fa, ma è una dimensione costitutiva del suo stesso essere: l’uomo è domanda, è appello. Con la preghiera di domanda il credente stabilisce un tempo di attesa tra il bisogno ed il suo soddisfacimento, pone una distanza tra sé e la sua situazione concreta: egli si innalza dal suo bisogno e lo trasfigura in desiderio. Impariamo quindi a desiderare, cioè a conoscere e disciplinare i nostri desideri, distinguendoli dai nostri bisogni e cercando di accordarli con il desiderio di Dio. Noi chiediamo i doni che colmino i nostri bisogni, e lo Spirito Santo ci porta ad invocare la presenza del Donatore, ovvero chiedere l’amore, desiderio del desiderio. (Salmo 130 – Dal profondo a te grido, o Signore…)
7) Preghiera di perdono: In Gesù Cristo si manifesta il senso pieno del perdono di Dio, frutto del suo amore gratuito, della sua potenza creatrice e della sua misericordia…una grazia che cambia il cuore dell’uomo e lo strappa dalla sua schiavitù, se l’uomo riconosce di essere peccatore, chiede perdono e accetta di essere invitato al banchetto della vita. (Salmo 51 – Pietà di me o Dio, nel tuo amore…)

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.