sabato 24 luglio 2010

44 - XVII DOMENICA – PREGHIERA VERBALE E PREGHIERA VITALE - 25 LUGLIO 2010

LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA
La famiglia che prega…..vive!( Genesi 18,20-21.23-32 Colossesi 2,12-14 Luca 11,1-13 )

La preghiera, nella sua definizione più universale e condivisa da ogni religione, è dialogo con Dio.
Però mettere l’uomo in dialogo con Dio può essere un rischio. L’uomo nella preghiera può snaturare se stesso e Dio. Può ridurre Dio ad un suo bene di consumo, ad un facile rimedio alle proprie insufficienze e alle proprie pigrizie. E può ridurre se stesso a un essere che scarica le proprie responsabilità su un altro.
Per il vero credente la preghiera è legata essenzialmente alla fede. Una libera risposta al Dio che si rivela e che parla, un’azione di grazie per i grandi eventi che Dio compie per l’umanità. La preghiera è perciò prima risposta che domanda.
Inoltre per il cristiano la preghiera è partecipazione alla preghiera di Gesù. Con il ‘Padre nostro’ Gesù ci introduce nel segreto del Suo rapporto filiale con il Padre rivelandoci le grandi parole su cui intrattenerci nel colloquio con Lui. Gesù ci assicura che ogni preghiera sarà esaudita, purché sia piena di fiducia, e non manchi, se ce ne fosse di bisogno, l’insistenza. Il Padre, che sa di cosa abbiamo bisogno, non ci dà solo “cose buone”, ma anche il dono per eccellenza, lo Spirito Santo.
Dire che è inutile pregare perché Dio non ascolta…è una tentazione perché Gesù ha detto che sempre il Padre ascolta anche se non sempre fa quello che Gli si chiede…. o perché non è cosa buona per noi (nessuno si scandalizza se un padre nega al figlio diabetico il dolce anche se il figlio insiste, ci meraviglieremmo del contrario)…o perché il suo disegno d’amore e di salvezza è diverso (non dimentichiamo che il Padre ‘ha lasciato’ che i soldati romani massacrassero di botte Suo Figlio Gesù…).

Pregare insieme in famiglia è un momento fondamentale della vita familiare perché:
* ci apre il cuore verso l’altro/a…gli altri;
* crea comunione e condivisione;
* dona un momento di silenzio, di ascolto, di riflessione;
* scioglie le nostre diversità facendoci sentire figli dello stesso Padre;
* ci aiuta a ridimensionare i nostri contrasti mettendo prima di tutto il Regno di Dio;
* ci porta a perdonare le offese e saper chiedere scusa degli sbagli;
* attualizza quotidianamente il sacramento del matrimonio che abbiamo celebrato;
* nei primi giorni della settimana…rende presente e viva la messa domenicale;
* negli ultimi giorni della settimana…ci prepara alla messa domenicale;
* diventa un momento molto educativo e formativo per i figli………………
(aspetto i vostri contributi per continuare le motivazioni della preghiera in famiglia…..)

IL DIAVOLO ED IL CONTADINO
Un giorno il diavolo si recò in perlustrazione per vedere come gli uomini pregassero. Il suo giro fu breve – poiché gli uomini in preghiera erano ormai rari come le mosche bianche – e soddisfacente – poiché i loro gemebondi biascichii erano del tutto innocui.
Se ne stava tornando allegro a casa, quando notò in un campo un contadino che stava gesticolando. Incuriosito, si nascose dietro ad una zolla e stette ad osservare. L’uomo stava litigando violentemente con Dio: lo strapazzava, lo trattava senza riguardo, gliene diceva di tutti i colori. Il diavolo si sfregò le mani.
Ma in quel momento passò di lì un prete: “Buon uomo – disse al contadino – perché mai ti comporti così? Non sai che insultare Dio è peccato?”. “Reverendo, – rispose l’uomo – se me la prendo con Dio, è perché ci credo; se lo strapazzo, è perché ci sono affezionato; se grido, è perché so che mi ascolta!”. “ Tu vaneggi! – disse il prete allontanandosi”.
Ma il diavolo, che ne sapeva una più di un prete, fu molto allarmato: aveva scoperto un uomo capace ancora di pregare!

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