LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA
In famiglia le cose diventino segni di comunione (Qoèlet 1.2; 2,21-23 Colossesi 3,1-5.9-11 Luca 12,13-21)
In famiglia le cose diventino segni di comunione (Qoèlet 1.2; 2,21-23 Colossesi 3,1-5.9-11 Luca 12,13-21)
Uno dei bisogni fondamentali dell’uomo è la sicurezza. Egli ricerca appassionatamente e necessariamente un fondamento stabile su cui poggiare la propria esistenza. Ora un movimento antico quanto l’uomo è quello di chi sceglie come pietra angolare nella propria vita le cose, il denaro.
Il denaro è tutto, si dice. Il denaro è potere, meglio è il potere. Senza denaro non si può far nulla. Il denaro dà all’uomo il senso della sicurezza, della possibilità di fare tutto. Scatta allora il meccanismo dell’accumulazione: il denaro non è mai troppo… diventa idolatria. Quando il denaro diventa dio, per averlo si è disposti a tutto.
Il denaro è la sorgente di tutte le gerarchie sociali, di tutte le discriminazioni: chi ha di più è più in alto; gli uomini non sono più uguali, si distinguono per quello che hanno. Ma l’uomo del denaro diventa un uomo ‘solo’, un uomo alienato, schiavo. Il denaro diventa una prigione. L’uomo del denaro è l’uomo vecchio….
Le cose sono una falsa sicurezza. Il possesso è in realtà illusorio: il ricco è posseduto dalle cose……non le possiede. La morte rivela in modo evidente questa verità. La meditazione della morte compie nell’uomo la liberazione da un’illusione, una prima liberazione dalle cose.
Il fondamento sicuro dell’esistenza è Dio solo, in Lui acquista significato anche l’uso delle cose, in sé buone. Non saranno più sorgente di divisione ma di comunione. L’uomo non le tiene egoisticamente per sé, ma le trasforma in ‘segno’ di comunione.
La divisione dell’eredità è sempre stata un momento difficile per le famiglie. Fare le parti giuste è quasi impossibile. La divisione dell’eredità diventa la divisione della famiglia. Davanti al dio-denaro emergono tutte le nostre povertà.
Ci sono poi delle soluzioni dinnanzi alle quali rimango di stucco. Una coppia nella quale ciascuno mantiene il suo conto bancario, come da fidanzati, e le spese della famiglia si dividono a metà…prendendo lui il doppio della moglie…risultato: il conto del marito è ben fornito, quella della moglie a zero! Mi è sembrato strano che solo un mio intervento abbia fatto emergere che l’impostazione non reggeva…Famiglie che vivono al di sopra delle proprie possibilità…se entrano € 1.500,00 al mese non possiamo spendere tutti i mesi 1.600/1.700,00…ma se non si sono mai registrate le spese è difficile sapere dove si deve risparmiare…
Dobbiamo anche chiederci come stiamo educando i figli nel rapporto con il denaro…se quanto ricevono (paghetta, feste, compleanni…) viene considerato tutto proprietà personale da potersi spendere a piacimento….e questo sistema continua con lo stipendio…è chiaro che sposati i soldi non basteranno mai…In educazione è necessario unire il piacevole con il necessario anche nell’uso dei soldi!
Il denaro è tutto, si dice. Il denaro è potere, meglio è il potere. Senza denaro non si può far nulla. Il denaro dà all’uomo il senso della sicurezza, della possibilità di fare tutto. Scatta allora il meccanismo dell’accumulazione: il denaro non è mai troppo… diventa idolatria. Quando il denaro diventa dio, per averlo si è disposti a tutto.
Il denaro è la sorgente di tutte le gerarchie sociali, di tutte le discriminazioni: chi ha di più è più in alto; gli uomini non sono più uguali, si distinguono per quello che hanno. Ma l’uomo del denaro diventa un uomo ‘solo’, un uomo alienato, schiavo. Il denaro diventa una prigione. L’uomo del denaro è l’uomo vecchio….
Le cose sono una falsa sicurezza. Il possesso è in realtà illusorio: il ricco è posseduto dalle cose……non le possiede. La morte rivela in modo evidente questa verità. La meditazione della morte compie nell’uomo la liberazione da un’illusione, una prima liberazione dalle cose.
Il fondamento sicuro dell’esistenza è Dio solo, in Lui acquista significato anche l’uso delle cose, in sé buone. Non saranno più sorgente di divisione ma di comunione. L’uomo non le tiene egoisticamente per sé, ma le trasforma in ‘segno’ di comunione.
La divisione dell’eredità è sempre stata un momento difficile per le famiglie. Fare le parti giuste è quasi impossibile. La divisione dell’eredità diventa la divisione della famiglia. Davanti al dio-denaro emergono tutte le nostre povertà.
Ci sono poi delle soluzioni dinnanzi alle quali rimango di stucco. Una coppia nella quale ciascuno mantiene il suo conto bancario, come da fidanzati, e le spese della famiglia si dividono a metà…prendendo lui il doppio della moglie…risultato: il conto del marito è ben fornito, quella della moglie a zero! Mi è sembrato strano che solo un mio intervento abbia fatto emergere che l’impostazione non reggeva…Famiglie che vivono al di sopra delle proprie possibilità…se entrano € 1.500,00 al mese non possiamo spendere tutti i mesi 1.600/1.700,00…ma se non si sono mai registrate le spese è difficile sapere dove si deve risparmiare…
Dobbiamo anche chiederci come stiamo educando i figli nel rapporto con il denaro…se quanto ricevono (paghetta, feste, compleanni…) viene considerato tutto proprietà personale da potersi spendere a piacimento….e questo sistema continua con lo stipendio…è chiaro che sposati i soldi non basteranno mai…In educazione è necessario unire il piacevole con il necessario anche nell’uso dei soldi!