sabato 14 agosto 2010

49 - ASSUNZIONE DI MARIA: UNA DONNA VESTITA DI SOLE - 15 agosto 2010

LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA

Una mamma in Cielo (Apocalisse 11,19;12,1-6.10 1 Corinti 15,20-27 Luca 1,39-56 )

La persona di Maria racchiude e realizza in sé un cammino particolare di fede: pur nell’elezione che l’ha vista non toccata dal peccato originale e che l’ha resa Madre di Dio, essa “ha creduto per prima”. Questa precedenza nel cammino di fede la rende un modello per chiunque vuole capire cosa significhi riconoscere la completa signoria di Dio sulla propria vita.
Questa signoria trova compimento già a livello del nostro cammino di crescita umana. Mano a mano che la signoria di Dio entra nella nostra storia riusciamo a vedere con occhi nuovi la realtà che ci circonda. I nostri occhi non vedono più i soprusi, le ingiustizie di chi opprime il debole, le fandonie di chi ha la superbia nella propria lingua, la ricchezza che diventa uccisione del povero… pian piano i nostri occhi diventano simili a quelli di Maria che la rendono capace di riconoscere la potenza di Dio all’opera nella storia in favore della giustizia e della pace e ci accorgiamo come noi stessi possiamo diventare a nostra volta storia di liberazione, proprio come Maria, se ci affidiamo a questo annuncio.
La signoria di Dio trova compimento anche nel nostro cammino di fede. Con Maria ci accorgiamo di essere ‘servi del Signore’, chiamati a proclamare l’opera del Signore e le sue meraviglie, chiamati a magnificare la presenza Sua nella nostra vita. Con Maria non abbiamo paura a riconoscere di fronte al mondo la nostra elezione, non abbiamo paura a chiamarci servi e figli di Dio, non abbiamo paura dell’opera che lo Spirito Santo sta compiendo dentro di noi. Questo cammino si compie nella preghiera, nel servizio e nella testimonianza, insieme a Maria che è stata capace di rendere effettivi nella propria carne la sua preghiera del Magnificat, il suo servizio verso gli altri (la visitazione è prima di tutto risposta a un bisogno di Elisabetta) e il suo annuncio di liberazione.
L’ultimo annuncio di questa signoria di Dio sulla nostra vita avviene quando riusciamo a comprendere che essa non rimane estranea nemmeno alla nostra corporeità. Lo possiamo già intuire nell’annuncio dell’incarnazione o sentire nella nostra vita nella corporeità dei vari sacramenti. La realtà della risurrezione, che per la nostra natura umana diventa già efficace nell’assunzione di Maria al Cielo, è il richiamo ultimo ad abbandonare anche il nostro corpo alla potenza del Regno di Dio. Persino il nostro corpo, con i suoi bisogni infimi e con i suoi desideri più alti, con le sue grida di “ho fame!” e i suoi “ti amo!”, è compreso nel Regno di Dio. Il corpo di Maria, che ha portato in sé il corpo del Verbo incarnato, eppure ha affrontato il dolore della storia, diventa nella sua assunzione la promessa e la realizzazione del fatto che i nostri sogni, i nostri desideri, i nostri stessi bisogni non possono più distoglierci dalla presenza divina che ha toccato la nostra vita.

Donaci, Padre, di lodarti con le stesse parole di Maria, con le espressioni di gioia di tanti uomini e donne che hanno creduto e sperato in Te. Sì, o Dio, Tu sei veramente grande nel Tuo amore smisurato, che non conosce confini: in Maria Tu ci offri un segno di sicura speranza perché ognuno possa contemplare nella sua gloria il compimento e la pienezza a cui è destinato.
Attraverso di lei, giovane donna e madre di Nazareth, Tu hai realizzato il prodigio dell’Incarnazione del Tuo Figlio. A lei Tu lo hai affidato come un bambino da far crescere e preparare alla vita, nutrito del suo affetto di madre. E lei gli è rimasta accanto fino in fondo, fino al Calvario, fino alla morte sulla croce.
Per questo ha partecipato, anima e corpo, alla sua risurrezione. Per questo non ha conosciuto la corruzione del sepolcro, ma è stata trasfigurata subito dopo la morte per condividere accanto al Figlio la gioia dell’eternità. Amen.

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