giovedì 5 agosto 2010

47 - A META’ SETTIMANA…PER RIASSAPORARE LA PAROLA!

Guardare in Cielo…per vivere meglio!
“ Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù…pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra!”. Sono parole che abbiamo ascoltato nella lettera dei Colossesi di domenica.
Possiamo notare, secondo S; Paolo, tre momenti della nostra unione con il Signore Gesù: “risorti con Cristo”, “vita nascosta con Cristo”, “manifestati con Lui”. Il battesimo ci fa partecipi della risurrezione di Cristo, ci fa morire al peccato e condividere la vita umile e nascosta di Cristo, e finalmente prendere parte alla sua glorificazione. Durante questa vita siamo impegnati a sviluppare i primi due momenti: quello che fa morire “le cose della terra”, i comportamenti cattivi che derivano dalla natura umana corrotta, e quello che cerca “le cose di lassù”, per cui il cristiano si rinnova continuamente e diventa icona vivente sempre più simile al Padre, presso il quale si è assiso il Signore risorto.
Notiamo in particolare due cose negative da evitare. La prima è quella di mentirsi reciprocamente. Tale modo di essere non ha ragione d’essere: gli altri non sono degli stranieri … ma in forza del battesimo sono dei fratelli e delle sorelle nei quali è presente Cristo “tutto in tutti”. Quanto è importante la reciproca sincerità all’interno della vita di coppia e familiare. Nelle bugie non si cresce e non si educa. Come dice il vecchio proverbio…le bugie hanno le gambe corte e non portano da nessuna parte anzi rendono i rapporti tumultuosi e difficili. La seconda realtà da far morire è “quella avarizia insaziabile che è idolatria”….che suppone una totale consacrazione al dio-denaro. Impariamo ad essere saggi gestendo con responsabilità le realtà di questo mondo secondo la legge di Dio, a utilità nostra e dei fratelli…è questa una grazia che dobbiamo chiedere con costanza al Signore.

Il nome…un patrimonio!
Il nome, specialmente nella sua valenza etimologico-simbolica, rivela l’identità più vera dell’essere di Dio come anche della persona umana, fonda le relazioni in termini positivi o negativi, dice conoscenza,appartenenza, presenza reciproca, cura perso-nale, protezione…apre a possibilità inedite di accesso al potere dell’altro in forza di un’alleanza, esprime iconicamente la missione cui si è destinati.
Rivelare il nome vuol dire manifestare la propria essenza e le proprie caratteristiche in prospettiva relazionale; dare il nome è prerogativa di sovranità; cambiare il nome è un’azione tipicamente divina, di cui Dio si avvale per indicare i nuovi ruoli assegnati a coloro che Egli sceglie come suoi servi ed amici; conferire un nome nuovo è dono ed espressione di fiducia, contiene una promessa, ma al tempo stesso esige un impegno, responsabilità, fedeltà da parte di chi lo riceve in ordine alla missione affidata; invocare il nome è proprio di formule di giuramento, di benedizione, di maledizione, chiamando in causa la potenza divina, ma anche evocazione di una presenza reale; chiamare per nome implica una familiarità, una conoscenza ed intimità che sono ultimamente indirizzate ad una cura speciale in vista della salvezza.

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