venerdì 18 giugno 2010

39 - XII DOMENICA: LA MORTE COME STRADA ALLA VITA – 20 giugno 2010

LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA

Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per la persona amata. (Zaccaria 12,10-11;13,1 Galati 3,26-29 Luca 9,18-24)

A fondamento di ogni vita di coppia sta questo detto evangelico che Gesù rivolge a tutti: “Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”. Molte coppie sembrano ad un famoso disegno dove ci sono due asini legati da una corda troppo corta con due mucchi di fieno uno a destra e l’altro a sinistra…..ognuno tira dalla sua parte rendendo impossibile il mangiare! Quando in famiglia ognuno pensa a se stesso…mette al primo posto il suo io….la vita familiare diventa impossibile, l’amore coniugale se ne va in ricerca di qualche altra coppia che abbia il coraggio di metterlo al primo posto…..Finalmente i due asini si sono guardati negli occhi e, stanchi di lottare, si sono messi d’accordo e sono andati a mangiare prima il mucchio di fieno di sinistra poi quello di destra…alla fine sono tutti e due ben sazi. La vita trattenuta è destinata a sfiorire e marcire….la vita donata diventa fonte inesauribile che disseta sé e gli altri. E’ ancora Gesù che dice: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo…..se invece muore porta molto frutto”. Nella famiglia dove si fa a gara a chi ama per primo e di più…si respira aria di eterna primavera. Ripetiamolo…..queste non sono belle poesie ma l’essenza dell’amore e, dato che la vita affonda le sue radici nell’amore, la sorgente della vita.
L’identità della propria persona difficilmente è colta dalla “gente”….perchè spesso si ferma alle apparenze e alle tradizioni…E’ nel rapporto vissuto all’interno della propria vita familiare che emerge la mia identità di sposo, di sposa, di genitore...E’ lì dove il mio amare entra in contatto vivo con l’altro e da questo incontro ne esce una verità nuova, spesso diversa, del mio modo di voler bene, del mio modo di esprimere attenzione e disponibilità, del mio modo di farmi compagno di viaggio inseparabile ed indispensabile, del mio modo di offrire gratuitamente amicizia vera e vitale, del mio modo di accogliere l’amore dell’altro scoprendolo anche là dove non appare immediatamente visibile…..
La morte violenta di Gesù ha due facce: da una parte rivela la potenza terribile del peccato, e dall’altra parte la potenza positiva dell’amore più forte della morte. La morte violenta di Cristo, in quanto atto di amore assoluto, è insieme la rivelazione piena di Dio all’uomo e dell’uomo a se stesso.
Solo quando i due sposi sono disposti a morire l’uno per l’altro, e lo fanno concretamente in ogni gesto quotidiano ed in ogni scelta dalla più piccola alla più grande, la vita esplode in ciascuno di loro ed in tutta la famiglia.

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