Chiamati a condividere la vita dell’altro/a - (I Re 19,16b.19-21 Galati 5,1.13-18 Luca 9,51-62)
In tutte le religioni i grandi maestri di spirito hanno avuto discepoli, assidui al loro insegnamento e preoccupati di raccogliere le loro parole. Questo fenomeno lo troviamo anche nella Bibbia, quantunque si configuri in modo del tutto particolare vivendo il popolo d’Israele in un rapporto di alleanza e di fede. L’alleanza non si fonda su tradizioni da maestro a discepolo, ma su se stessa. Certo il popolo eletto ha bisogno di guide che lo orientino nella lettura di fede degli eventi. Ma questa necessità è provvisoria ed i profeti stessi auspicano un avvenire in cui Dio stesso ammaestri i cuori dei suoi fedeli senza la mediazione di maestri terreni e tutti saranno discepoli di Dio.
Dio incontra la persona umana nelle situazioni più diverse, nelle sue paure e perplessità, e anche nei suoi slanci di generosità, ma chiede comunque di fare un cammino che è al tempo stesso esigente e liberante. Questo ci porta a riflette sul senso della sequela cristiana: come cristiani siamo chiamati a condividere il destino di Gesù. La fede sta nel riconoscere Gesù e nell’accettarLo con una adesione decisa alla sua persona. Solo da qui può nascere un sentimento di gioia interiore.
Anche la vita di coppia, soprattutto se vuol vivere il sacramento del matrimonio, si caratterizza per queste dinamiche. Ci sono momenti in cui i rapporti sono caratterizzano dallo schema “maestro/a – discepola/o” . Nelle faccende della casa ed in cucina generalmente la moglie è più esperta del marito, nei lavori manuali avviene il contrario; se uno è infermiere….l’altro si deve far curare; se uno ha studiato da ragioniere è più facile che se ne intenda di amministrazione; nella sensibilità educativa la donna è più perspicace dell’uomo…. Non dobbiamo avere vergogna di imparare lungo tutta la nostra vita.
Ma il rapporto di coppia si gioca fondamentalmente su altre due parole: alleanza e fede. Senza una vera alleanza ed un rapporto fondata sulla fede reciproca anche la convivenza terrena avrà rapidamente fine. Un camminare con l’altro/a basato unicamente su motivi fisico-umani conduce fatalmente alla catastrofe della separazione. Sono l’alleanza e la fede che trasformano il rapporto di coppia in un’adesione assoluta, incondizionata e definitiva alla persona con cui abbiamo celebrato il nostro matrimonio….e questa scelta va fatta tutti i santi giorni nessuno escluso se si vuole arrivare a celebrare le nozze d’argento, d’oro, di platino………..
Il credere realmente nell’altro/a trova la sua verifica nell’amore quotidiano sponsale e familiare. E’ questo amore che ci trasforma in persone libere, mature ed in pace con se stesse e gli altri.
Una donna abbandonata dopo 5 anni di matrimonio mi ha chiesto: “Che ci ho guadagnato ad avere amato mio marito per 8 anni (5 di matrimonio + 3 di fidanzamento)!”..….Questa domanda la sento parallela ad una fatta a me qualche anno fa: “Se poi di là non c’è niente che fregata che ti sei preso!”…..Nessuna fregata perché la mia vita non la cambierei con quella di nessuno. Mi ha dato croci e gioie in giuste proporzioni….mi ha offerto esperienze straordinarie di amore e di amicizia…più di così non potevo avere dalla vita per quello che sono io, anzi mi sembra di avere avuto molto di più di quello che pensavo!
L’amore non cade mai nel nulla ma sempre nelle mani di Dio che è amore il quale saprà ricompensare in una forma straordinaria chi ha sofferto per amore….già in questa vita. Chi ha vissuto nella coerenza, nell’onestà una vita d’amore vero è in pace con Dio, con se stesso e con gli altri….e se ascoltiamo questa piccola verità tutto si illumina di una Luce nuova.
Dio incontra la persona umana nelle situazioni più diverse, nelle sue paure e perplessità, e anche nei suoi slanci di generosità, ma chiede comunque di fare un cammino che è al tempo stesso esigente e liberante. Questo ci porta a riflette sul senso della sequela cristiana: come cristiani siamo chiamati a condividere il destino di Gesù. La fede sta nel riconoscere Gesù e nell’accettarLo con una adesione decisa alla sua persona. Solo da qui può nascere un sentimento di gioia interiore.
Anche la vita di coppia, soprattutto se vuol vivere il sacramento del matrimonio, si caratterizza per queste dinamiche. Ci sono momenti in cui i rapporti sono caratterizzano dallo schema “maestro/a – discepola/o” . Nelle faccende della casa ed in cucina generalmente la moglie è più esperta del marito, nei lavori manuali avviene il contrario; se uno è infermiere….l’altro si deve far curare; se uno ha studiato da ragioniere è più facile che se ne intenda di amministrazione; nella sensibilità educativa la donna è più perspicace dell’uomo…. Non dobbiamo avere vergogna di imparare lungo tutta la nostra vita.
Ma il rapporto di coppia si gioca fondamentalmente su altre due parole: alleanza e fede. Senza una vera alleanza ed un rapporto fondata sulla fede reciproca anche la convivenza terrena avrà rapidamente fine. Un camminare con l’altro/a basato unicamente su motivi fisico-umani conduce fatalmente alla catastrofe della separazione. Sono l’alleanza e la fede che trasformano il rapporto di coppia in un’adesione assoluta, incondizionata e definitiva alla persona con cui abbiamo celebrato il nostro matrimonio….e questa scelta va fatta tutti i santi giorni nessuno escluso se si vuole arrivare a celebrare le nozze d’argento, d’oro, di platino………..
Il credere realmente nell’altro/a trova la sua verifica nell’amore quotidiano sponsale e familiare. E’ questo amore che ci trasforma in persone libere, mature ed in pace con se stesse e gli altri.
Una donna abbandonata dopo 5 anni di matrimonio mi ha chiesto: “Che ci ho guadagnato ad avere amato mio marito per 8 anni (5 di matrimonio + 3 di fidanzamento)!”..….Questa domanda la sento parallela ad una fatta a me qualche anno fa: “Se poi di là non c’è niente che fregata che ti sei preso!”…..Nessuna fregata perché la mia vita non la cambierei con quella di nessuno. Mi ha dato croci e gioie in giuste proporzioni….mi ha offerto esperienze straordinarie di amore e di amicizia…più di così non potevo avere dalla vita per quello che sono io, anzi mi sembra di avere avuto molto di più di quello che pensavo!
L’amore non cade mai nel nulla ma sempre nelle mani di Dio che è amore il quale saprà ricompensare in una forma straordinaria chi ha sofferto per amore….già in questa vita. Chi ha vissuto nella coerenza, nell’onestà una vita d’amore vero è in pace con Dio, con se stesso e con gli altri….e se ascoltiamo questa piccola verità tutto si illumina di una Luce nuova.