giovedì 29 ottobre 2009

29 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 4

L’amore è un’arte…
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Questo atteggiamento – che niente è più facile che amare – ha continuato a essere il concetto prevalente sull’amore, nonostante l’enorme evidenza del contrario. Non vi è impresa o attività che sia iniziata con simili speranze e illusioni, e che tuttavia cada così regolarmente, come l’amore. Se ciò avvenisse per qualsiasi altra attività si sarebbe impazienti di conoscere le ragioni del fallimento, o d’imparare a comportarsi meglio, oppure si abbandonerebbe quell’attività. Ma l’ultima ipotesi è improbabile, in materia d’amore; soltanto un mezzo sembra esista per evitare il fallimento del proprio amore; esaminare le ragioni e studiare il significato della parola ”amore”.
Il primo passo è di convincersi che l’amore è un’arte così come la vita è un’arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte, come la musica, la pittura, oppure la medicina o l’ingegneria. Quali sono i passi necessari per imparare un’arte? Possiamo dividerne il processo in due parti: teoria e pratica. Per l’arte della medicina, prima devo conoscere il corpo umano e la patologia. In possesso di questa conoscenza teorica, posso diventare un maestro solo dopo una gran pratica, finché i risultati della mia scienza e i risultati della pratica non siano fusi in uno: il mio intuito, l’essenza della padronanza di qualsiasi arte. Ma, oltre a conoscere teoria e pratica, c’è un terzo fattore necessario per diventare maestro in qualunque arte: non deve esserci al mondo nient’altro di più importante. Questo vale per la musica, per la medicina, per l’amore. E forse, qui sta la risposta alla domanda perché la nostra civiltà cerca così raramente d’imparare quest’arte, a onta dei suoi fallimenti; nonostante la ricerca disperata d’amore, tutto il resto viene considerato più importante: successo, prestigio, denaro, potere; quasi ogni nostra energia è usata per raggiungere questi scopi, e quasi nessuna per conoscere l’arte dell’amore.
Può darsi che solo queste cose siano considerate degne di essere apprese da chiunque voglia guadagnare denaro e prestigio, e per l’amore giovi “solo” all’anima e sia un lusso, richiedendo spreco di energia.

martedì 27 ottobre 2009

28 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 3

Perché si crede che non ci sia nulla da imparare in materia d’amore?
È la confusione tra l’esperienza iniziale d’innamorarsi e lo stato permanente di essere innamorati. Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la parete che le divideva, e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con l’attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo d’amore è per la sua stessa natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano bene affiatati, la loro intimità perde sempre di più il suo carattere miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi, la reciproca sopportazione uccidono ciò che resta dell’eccitamento iniziale. Eppure, all’inizio, essi non sanno questo; scambiano l’intensità dell’infatuazione, il folle amore che li lega, per la prova dell’intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare l’intensità della loro solitudine.

venerdì 23 ottobre 2009

27 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 2

Perché si crede che non ci sia nulla da imparare in materia d’amore?
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È la supposizione che il problema dell’amore sia il problema di un oggetto, e non il problema di una facoltà. La gente ritiene che amare sia semplice, ma che trovare il vero soggetto da amare, o dal quale essere amati, sia difficile. Strettamente legata a questa idea è una caratteristica della civiltà contemporanea, basata sul desiderio di comperare, sull’idea di uno scambio proficuo. La felicità dell’uomo moderno consiste nell’emozione di guardare vetrine e negozi, di acquistare tutto ciò che può permettersi, sia a contanti che a rate. Egli (o ella) guarda la gente nello stesso modo. Per un uomo, una ragazza attraente, e per una donna, un uomo attraente, sono gli oggetti della loro ricerca. “Attrattiva” generalmente significa un simpatico complesso di qualità desiderabili. Ma ciò che in particolare rende attraente una persona, tanto fisicamente che mentalmente, dipende dalla moda del tempo. Due persone si innamorano, certe di aver trovato sul mercato l’oggetto migliore e più conveniente, considerando i limiti dei loro valori di scambio. Spesso, come nella compravendita, le possibilità nascoste che possono essere sviluppate giocano un ruolo considerevole in questo contratto. In una civiltà in cui prevalgono gli orientamenti commerciali e in cui il successo materiale è il valore predominante, c’è poco da sorprendersi se i rapporti d’amore seguono lo stesso modello di “scambio” che regola la vita pratica.

lunedì 19 ottobre 2009

26 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 1

Perché si crede che non ci sia nulla da imparare in materia d’amore?

La maggior parte della gente ritiene che amore significhi “essere amati”, anziché amare; di conseguenza, per loro il problema è come farsi amare, come rendersi amabili, e per raggiungere questo scopo seguono parecchie strade. Una, preferita soprattutto dagli uomini, consiste nell’avere successo, nell’essere ricchi e potenti quanto lo possa permettere il livello della loro posizione sociale. Un’altra, seguita particolarmente dalle donne, è di rendersi attraenti, coltivando la bellezza, il modo di vestire, ecc. Una terza via, seguita da uomini e donne, è di acquisire modi affabili, di tenere conversazioni interessanti, di essere utili, modesti, inoffensivi. Molti dei modi per rendersi amabili sono gli stessi impiegati per raggiungere il successo, per “conquistare gli amici” e la gente importante. Come dato di fatto, quel che la gente intende per “essere amabili”, è essenzialmente un insieme di qualità.

lunedì 12 ottobre 2009

25 - 12 OTTOBRE 1997 BEATIFICAZIONE DI PADRE GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA

Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato Beato il 12 ottobre 1997. Questo il suo discorso: "Padre Piamarta, seguendo l’esempio di Cristo, seppe portare tanti fanciulli e giovani ad incontrare lo sguardo amoroso ed esigente del Signore. Quanti, grazie alla sua opera pastorale, poterono avviarsi con gioia nella vita, avendo appreso un mestiere e soprattutto avendo potuto incontrare Gesù ed il suo messaggio di salvezza! L’opera apostolica del novello Beato è poliedrica ed abbraccia molti campi del vivere sociale: dal mondo del lavoro a quello agricolo, dall’educazione scolastica al settore dell’editoria. Egli ha lasciato una grande impronta di sé nella Diocesi di Brescia e nell’intera Chiesa. Dove questo straordinario uomo di Dio attingeva l’energia sufficiente per la sua molteplice attività? La risposta è chiara: la preghiera assidua e fervorosa era la sorgente dell’ardore apostolico instancabile e dell’attrattiva benefica che esercitava su tutti coloro che avvicinava".
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Padre Piamarta (1841-1913) è rimasto orfano di mamma a 9 anni. Nella sua vita ha sempre cercato di essere famiglia per i ragazzi che non l'avevano e li ha aiutati a credere nella vita sviluppando le proprie capacità attraverso l'educazione e la scuola.

24 - COME UTILIZZARE L’ALFABETO DELL’AMORE!

1. Leggere insieme una lettera alla settimana e cercare insieme come concretizzarlo nella propria vita familiare.
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2. Giocare con i propri nomi! Esempio: Angelo Loredana
Lettere comuni: ALNEO
Lettere proprie del marito: G
Lettere proprie della moglie:RD
Leggere insieme prima le lettere in comune poi quelle proprie. Non avere fretta di leggere tutte le lettere … servono vari incontri.
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3. Si inizia come sopra (n° 2) … solo che, dopo aver trovato le lettere si cercano personalmente gli aggettivi che qualificano la propria vita di coppia e si giustifica all’altro/a le scelte fatte. Poi insieme si leggono gli aggettivi del blog.
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4. Ognuno si mette davanti alle lettere dell’alfabeto e scrive il proprio alfabeto. Poi lo si confronta con quello dell’altro/a. Infine si vede quello pubblicato sul blog … e si cerca una sintesi. E’ un lavoro che può durare vari mesi.
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5. Ognuno sceglie tra gli aggettivi proposti nel blog quello che meglio qualifica ed il più mancante la propria storia di coppia. Si vanno a leggere i quattro aggettivi e si apre un confronto per migliorare il proprio rapporto.
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6. Ogni coppia può trovare il suo modo di giocare con questo alfabeto!